Al tema della vendita del libro italiano all’estero è stato dedicato un convegno organizzato dall’Associazione Editori Italiani (AIE) durante la Fiera del Libro di Torino. Presenti diversi ospiti, tra cui il Presidente di Sebell (Centro Libri e Lettura), Angelo Piero Cappello e il Direttore Generale dell’AIE, Fabio del Giudice.
Un cambio di strategia politica
Secondo i dati IEA, il numero di titoli italiani venduti all’estero nel 2001 era 1800, nel 2020 è 8586. Qual è il segreto di questo straordinario traguardo? Secondo Fabio Del Giudice, Direttore Generale dell’AIE, si tratta di un “Aumento irregolare “Ma reale”Strategia politica», un cambio di visione e di filosofia degli organi istituzionali preposti all’esportazione della cultura e dell’editoria italiana.
«L’esportazione di libri prima era vista solo come un atto di diplomazia culturale, semplicemente come la diffusione del pensiero. Successivamente, grazie alla collaborazione del Ministero degli Affari Esteri, dell’ICE e del Ministero dei Beni Culturali, si è capito che questi prodotti dovevano essere considerati non solo prodotti culturali ma anche prodotti industriali.»
Così è “Attività imprenditoriali» E non solo cultura, nota del Giudice, che punta a coinvolgere gli imprenditori, ovvero gli editori locali.
Gli aiuti sono ancora dispersi
Il supporto alla traduzione del Foreign Office esiste dagli anni ’90, ma questo spostamento dell’attenzione ha riportato l’attenzione sull’importanza di aiutare gli editori e supportare tutte le opere, indipendentemente dal genere.
In Italia sono diverse le istituzioni coinvolte nell’esportazione e vendita di diritti internazionali: il Ministero degli Affari Esteri e il Ministero della Cultura, che finanziano Ceppelle (un centro per il libro e la lettura).
L’augurio del presidente di Chapelle Angelo Piero Cappello è che presto sia possibile”.Converte le risorse in un unico meccanismo» ; Cioè, non attraverso gli attuali tre bandi (due di Chapelle e uno del ministero degli Esteri) per un valore complessivo di oltre un milione di euro.
Ad esempio, da parte del Ministero degli Affari Esteri, nel 2021 sono state sostenute 255 opere in 38 lingue attraverso un bando di gara. Importante anche la creazione di due portali digitali per promuovere l’editoria e la cultura italiana: newitalianbooks e Italiana.
Il nuovo personaggio di Zeppelin
Altro elemento importante è stata la trasformazione di Sebel, altra istituzione tradizionalmente responsabile delle problematiche legate all’educazione e alla promozione della lettura in Italia.
Alla sua cornice, infatti, è stato aggiunto un nuovo punto, che prevede un fermo impegno nel campo dell’internazionalizzazione dei libri. Grazie alla Legge 15 del 2020 è stato creato un nuovo bando che ha permesso di tradurre molte opere italiane all’estero. E, dice Angelo Cappello, “Non è solo uno strumento per grandi gruppi»: Infatti, 11 istituzioni letterarie, di cui 22 piccoli editori, e 35 case editrici hanno sponsorizzato un totale di 214 opere.
Niente insetti…
Ci sono altre iniziative, come le residenze estive per traduttori, quest’anno due francesi, due inglesi e due tedeschi, principalmente di saggistica, e la creazione di un simposio internazionale sulla traduzione.
Invita editori stranieri in Italia
Un altro passo importante è quello di integrare meglio le regioni, che ora permette alle piccole case editrici di presentarsi sulla scena internazionale: oggi, alla fiera di Francoforte, un unico padiglione riunisce tutte le regioni italiane, che prima erano sparse in diversi micro-. È fermo
Inoltre, sebbene sia importante far conoscere i libri italiani all’estero, è senza dubbio necessario lavorare nella direzione opposta, ovvero portare in Italia traduttori ed editori stranieri attraverso programmi specifici.
«Abbiamo iniziato a portare in Italia gli editori stranieri: sono circa 200 a Torino e circa 60 nella mostra romana per la piccola e media edizione Più libri più liberi.Del Giudice conferma.Senza dimenticare l’importante Bologna Children’s Book Fair, la più grande fiera del libro al mondo.
I giovani e la lettura: la statistica ambigua
Infine, poiché il Centro per i libri e la lettura dovrebbe concentrarsi principalmente sulla lettura, ci si potrebbe interrogare su una questione che in Italia è spesso dibattuta: il rapporto tra i giovani e la lettura.
Perché le difficoltà di comprensione dell’italiano non sono dovute ai giovani, come hanno rivelato alcuni studi internazionali, ma piuttosto al fatto che i testi non sono scritti a sufficienza? Secondo Cappello, è importante ricordare che i dati sui test di comprensione della lettura in Italia sono molto incoerenti: alcune regioni, come la Lombardia, sono al livello di altre regioni europee, mentre altre sono simili alla Calabria. grande difficoltà. Quindi è difficile generare statistiche uniformi da situazioni così diverse.
Inoltre, secondo Cappello, le abitudini di lettura cambiano ei giovani imparano a leggere passando da un mezzo all’altro: quindi è necessario sostenere prove di lettura e comprensione diverse da quelle che si fanno abitualmente. La possibilità di concentrarsi solo sul testo scritto, vista la proliferazione degli audiolibri, dovrebbe concentrarsi anche su altre forme di attività come il testo digitale e l’ascolto.
Crediti fotografici: ActuaLitté, CC BY SA 2.0
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