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51 Pegasi, La risposta alla domanda del millennio

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51 Pegasi, La risposta alla domanda del millennio

«L’Una delle domande più nobili e sorprendenti in natura è se esistano un mondo o molti, una domanda che la mente umana cerca di scoprire da sola. Questo è già scritto nel tredicesimoe secolo vescovo e scienziato tedesco Alberto Magno. Una domanda tanto sorprendente quanto nobile, ma che trovò risposta solo più di 700 anni dopo, con la stella 51 Pegasi.

La questione dell’esistenza di “altri mondi” ha preoccupato gli esseri umani per migliaia di anni. Già nell’antica Grecia i Pre-Socrate si chiedevano se la Terra fosse l’unico “mondo” o solo un universo tra gli altri. A partire dal Democrito atomico, le ipotesi di mondi illimitati sono state avanzate in espansione non meno illimitata, alcuni offrendo più soli e lune dei nostri mondi, altri meno. Il dibattito su queste questioni continuò nei secoli successivi, e durante il Medioevo e la prima età moderna occupò allo stesso modo filosofi e teologi. Sfortunatamente, che si invochi “Dio” o la natura, non emerge alcuna risposta definitiva.

Scopri la nostra serie Segreti stellaribasato su estratti dal libro stelle dall’astronomo tedesco Florian Fristetter (Flammarion). Una galleria di immagini stellari che racconta sia l’universo che la storia dell’astronomia.
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Controversia teologica

Da un punto di vista teologico, si potrebbe ovviamente sostenere qualcosa come il fatto che la Bibbia non fa menzione di nessun altro mondo, e quindi queste cose non possono esistere. O, al contrario, che “Dio” è onnipotente, onnipresente e infinito potrebbe fare altro che creare infiniti mondi. Nel corso dei secoli, teologi, filosofi e scienziati hanno trovato innumerevoli ragioni a favore o contro l’esistenza di altri mondi. Il casting, la speculazione e la discussione erano le uniche opzioni possibili, quindi la comprensione dell’universo era scarsa.

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Era già importante rendersi conto che la Terra è un pianeta che ruota attorno al Sole, una stella. Poi scopri che molti dei punti luminosi nel cielo corrispondono anche a stelle, come il nostro Sole, ma molto più lontane. Infine, per capire come appaiono le stelle e i pianeti, senza dimenticare di affinare gli strumenti necessari per studiarli.

Ecco perché gli scienziati hanno iniziato seriamente a cercare “altri mondi” fino agli anni ’80. Più precisamente, per usare una terminologia moderna: nella ricerca di esopianeti al di fuori del sistema solare, ovvero pianeti che non ruotano attorno al nostro sole, ma attorno ad altre stelle.

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Sfida scientifica

In teoria, sapevamo che potevano esistere. Ma poiché non abbiamo ancora capito nel dettaglio come o in quali condizioni si formano i pianeti, è impossibile sapere quanti siano i pianeti. Forse il sole con i suoi otto pianeti era un’eccezione cosmica? La ricerca per loro è ancora necessaria, e così negli anni ’80 e ’90, gruppi di lavoro astronomici americani e canadesi hanno corso per la gloria e si sono sfidati per identificare il primo pianeta extrasolare.

Tuttavia, i vincitori della caccia al pianeta sono due outsider: Michel Mayor, dell’Università di Ginevra, e il dottorando Didier Queloz. Nell’aprile 1994 puntarono il loro telescopio su 51 Pegasi: una stella distante 50 anni luce, Nella costellazione di Pegaso, leggermente più grande e più vecchio del sole. Ad occhio nudo, nelle giuste condizioni, la stella è ancora visibile; Ma senza i mezzi tecnici, ovviamente non si sarebbe visto il pianeta scoperto lì dai due svizzeri.

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inoltre, con buoni mezzi tecnici in senso stretto… Infatti Mayor e Queloz hanno scoperto l’astro indirettamente, osservando che la stella oscilla in un certo modo. Ogni pianeta, infatti, esercita una forza gravitazionale, anche se trascurabile, sulla sua stella durante la sua rotazione, tanto che quest’ultima oscilla leggermente. Pertanto, è possibile misurare questa oscillazione analizzando la luminosità della stella e deducendo la massa e l’orbita del pianeta.

La prima riga è lunga

Ma chi afferma di aver trovato la risposta alla domanda di Alfie dovrebbe aspettarsi qualche sguardo scettico. Tale è stato il caso di Mayor e Queloz, la cui scoperta è stata inizialmente accolta con sospetto. Tuttavia, l’esistenza del pianeta in questione è stata confermata più volte da osservazioni indipendenti; È grande il doppio di Giove, pesa la metà ed è altrettanto reale. Quindi la questione era chiara: sì, ci sono altri mondi!

Si scopre presto che anche altre stelle sono circondate da pianeti e 51 Pegasi è stata la prima di una lunga serie. Per questo l’Unione Astronomica Internazionale ha voluto dargli un nuovo nome nel 2015: ora si chiama – cosa non sorprendente vista la nazionalità degli scopritori del pianeta – “Helvetios”.

Questo articolo di « stelle. Storia dell’universo in cento stelle » De Florian FristetterEdizioni Flammarion, novembre 2020, 463 pagine, 25 euro

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