sabato, Novembre 23, 2024

DIM e CDP italiani firmano un accordo preliminare per un progetto di rete unica

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Telecom Italia (DIM) e l’istituto di credito statale CDP hanno firmato domenica un accordo preliminare per la fusione delle attività di rete fissa del gruppo telefonico con la rivale OpenFiber, società di banda larga statale.

Mentre questa funzione apre la strada alla realizzazione di un’unica rete a banda larga, Pietro Labriola, amministratore delegato di TIM, sta sviluppando un piano di risanamento incentrato sulla completa separazione delle funzioni di rete fissa e di servizio del gruppo.

CDP, il secondo investitore di TIM con il 10% del capitale, deterrà una partecipazione del 60% in Open Fiber, controllando la società di rete integrata, afferma il rapporto, aggiungendo che l’obiettivo delle parti è quello di negoziare eventualmente un accordo obbligazionario. In ottobre.

Qualsiasi accordo vincolante è soggetto all’approvazione delle autorità di non fiducia nazionali ed europee, mentre gli azionisti di TIM devono votare sull’accordo.

L’accordo preliminare è sostenuto dai fondi infrastrutturali Macquarie e KKR, che detengono una partecipazione di minoranza in FiberCop, l’unità di networking dell’ultimo miglio rispettivamente di OpenFiber e TIM, e parteciperanno al consolidamento.

L’Italia vuole creare un unico campione della rete a banda larga, per evitare la duplicazione degli investimenti, per velocizzare la diffusione della fibra ottica e per promuovere la digitalizzazione dell’economia.

Sotto la pressione del mercato immobiliare da anni, la TIM piena di debiti prevede di autoescludersi dalla sua rete fiscale fissa, con analisti immobiliari che lo stimano tra 15 e 20 miliardi di euro (da $ 16 a $ 21,5 miliardi).

Sebbene non sia stata finalizzata la struttura definitiva dell’accordo con OpenFiber, le fonti affermano che le opzioni in discussione prevedono la vendita diretta degli asset di rete fissa di TIM.

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La società consolidata rileverà una parte significativa del personale creditizio e nazionale di TIM, aggiungono le stesse fonti.

TIM e CDP hanno firmato un accordo preliminare nel 2020, ma il piano, che ha consentito a TIM di mantenere la maggioranza della società consolidata, è fallito per questioni politiche, normative e valutative. (Report di Elvira Polina; Scritto da Elvira Polina e Francesca Landini; Montaggio di Nick McPhee e Diane Kraft)

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