Artos. A priori, questo nome non è molto audace, eppure questi genitori sono stati respinti dal municipio. Motivo: l’accento sulla lettera “u”. “L’unica ortografia accettata al momento non è quella che abbiamo scelto”, si lamenta Lysandre Varenne, il padre di questa famiglia occitana, in un rapporto di TF1, trasmesso dai nostri colleghi di La Voice of the North.
Per il municipio, invece, questo accento sulla “u” è problematico perché è così tipico di una lingua regionale. “Per noi”, spiega il padre, “dare a nostro figlio il nome occitano gli permette di mantenere un legame con le generazioni precedenti e restituisce un po’ di dignità alla nostra cultura”. “È un malinteso. Il nostro paese rifiuta la nostra cultura, che è un nome occitano”, riflette la mamma Emily Hellyer.
senza l’accento
Ma per il sindaco questo uso dell’alfabeto è incompatibile: “Oggi abbiamo nomi quasi inventati e autorizzati perché rispettano il quadro dell’uso dell’alfabeto e le possibili eccezioni”, ha spiegato a TF1. Lo stato civile evidenzia un post datato 23 luglio 2014 che delinea i segni che possono essere utilizzati formalmente in un nome, aggiunge France Bleu. Basta far dire a questo padre: “In Occitania puoi chiamare tuo figlio Stephen o Johnny, ma non con il nome occitano. Spero che gli eletti facciano tutto il loro peso affinché questa circolare scompaia”.
Attualmente, il bambino ha Artos come nome ma senza l’accento. I suoi genitori possono ancora chiedere aiuto al procuratore generale, come questi genitori bretoni, che hanno finito per ottenere una tilde sul nome del figlio, Vanish… dopo due anni di azione legale.
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