Yakusho vince il premio per la performance maschile e Merv Dizdar quello femminile
L’attore giapponese Koji Yakusho, uno degli attori più famosi del paese, ha vinto il premio come miglior attore sabato sera per il suo ruolo in Perfect Days di Wim Wenders al Festival di Cannes.
“Voglio ringraziare in particolare Wim Wenders e il mio co-sceneggiatore (…). Avete creato un personaggio meraviglioso”, ha detto, muovendosi sul palco. In questo film del regista di “Paris, Texas” (Palma d’oro del 1984) interpreta Hirayama, un impiegato del bagno pubblico di Tokyo, un uomo silenzioso e solitario che si apre gradualmente agli altri.
Il turco Merv Dizdar ha vinto il Female Translation Award per il film “Dry Herbs” diretto da Nuri Bilge Ceylan.
“Vorrei dedicare questo premio a tutte le donne che lottano per superare le difficoltà di questo mondo e mantenere viva la speranza”, ha detto l’attrice, che interpreta una donna che si innamora di un insegnante in una remota provincia. Da Turkiye.
La macchina fotografica d’oro di Thien An Pham
Successivamente, il regista vietnamita Thien An Pham ha ricevuto la Camera d’Or, che premia la migliore opera prima, per il suo film The Butterfly Tree, presentato nell’ambito della Quinzaine des Cinéastes.
Justine Triet vince la Palma d’Oro
La Palma d’oro è stata assegnata a “Anatomy of a Fall”, diretto da Justin Triet.
La francese Justine Tritt ha vinto sabato la Palma d’Oro al Festival di Cannes per “Anatomy of a Fall”, diventando la terza regista donna ad essere incoronata nella storia del festival.
La regista 44enne succede a Jeanne Campion (“The Piano Lesson”, 1993) e Julia Ducurnaud (“Titan”, 2021), sottolineando il lento movimento verso l’uguaglianza in un’industria cinematografica storicamente dominata dagli uomini.
Jonathan Glazer vince il Grand Prix per The Zone of Interest
Il regista britannico Jonathan Glazer ha vinto sabato il primo premio al Festival di Cannes per “Area of Interest”, che ricostruisce la vita familiare del comandante del campo di sterminio nazista di Auschwitz, ricordando la “banalità del male”. “
Clinico e inquietante, “The Zone of Interest” è stato il film più estremo della competizione: lasciando il campo di sterminio fuori dallo schermo, deplora la capacità degli umani di continuare a vivere con noncuranza mentre si scontrano con l’orrore.
«In ogni fase di questo progetto, a volte abbiamo incontrato delle difficoltà ma ci siamo riusciti», risponde sul palco il regista 58enne, il cui ultimo film, Under the Skin, risale al 2014.
Ha anche reso omaggio al romanziere Martin Amis, il cui libro omonimo ha ispirato il suo lungometraggio e che è morto la scorsa settimana, il giorno dopo la proiezione del film in concorso sulla Croisette.
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