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E se le paste giocassero un ruolo nella nanotecnologia?

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E se le paste giocassero un ruolo nella nanotecnologia?

Di base
I ricercatori del Centro nazionale per la ricerca scientifica hanno studiato il processo che si verifica quando l’alcol di anice viene mescolato con acqua. Una scoperta che aiuterebbe nello sviluppo delle nanotecnologie.

Nel famoso piccolo giallo c’è alcool di anice e acqua. L’emulsificazione che si verifica è chiamata effetto ozo e può contribuire allo sviluppo delle nanotecnologie, soprattutto nel campo farmaceutico. Intervista a Kevin Roger, ricercatore presso il Centro Nazionale per la Ricerca Scientifica.

Qual è il legame tra paste e nanotecnologie?

Quando vuoi realizzare oggetti piccoli, ci sono due soluzioni: iniziare con un oggetto grande e spezzarlo in pezzi più piccoli, oppure provare a costruirlo partendo da oggetti più piccoli. L’effetto Ozu si concentra sulla seconda opzione: raccogliamo piccole cose, che sono molecole. Nel contesto delle nanotecnologie, soprattutto quelle legate all’RNA messaggero, abbiamo bisogno di una struttura complessa. Infatti l’mRNA è circondato da un guscio.

È qui che entra in gioco la Pastis Cup. Miscelando due liquidi riusciamo a provocare una reazione che in realtà è la precipitazione di specie molecolari, in questo caso etanolo, olio di anice e acqua. Quando si aggiunge acqua a una miscela di alcol e olio, l’alcol si mescola con l’acqua e l’olio non ha altra scelta che precipitare. In questo modo viene realizzato un corpo più grande.

In che modo è utile nel settore farmaceutico?

Nel settore farmaceutico utilizzeremo qualcosa di diverso dall’olio essenziale di anice. Per i vaccini a mRNA, l’olio è sostituito dai fosfolipidi. Queste sono le molecole utilizzate per realizzare le membrane cellulari. Rivestiranno l’RNA messaggero per trasportarlo. Questo processo è prodotto dall’effetto ouzo: da un lato abbiamo l’acqua che contiene mRNA, dall’altro abbiamo l’etanolo che contiene fosfolipidi.

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L’effetto Ozo funziona solo con i vaccini che contengono mRNA?

No, l’effetto Ozo può funzionare anche con farmaci poco solubili in acqua e quindi scarsamente solubili nel sangue. È lo stesso processo: portano le molecole nel luogo in cui svolgeranno le loro funzioni.

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