Nuove scoperte nel caso di Nahel, il ragazzo di 17 anni ucciso da un agente di polizia nel giugno 2023 a Nanterre quando si rifiutò di sottoporsi a un controllo. Un agente di polizia è accusato di omicidio e un altro è posto sotto lo status di testimone, accusato di complicità in omicidio. Le ultime informazioni giudiziarie mettono in dubbio il racconto degli agenti di polizia.
Lo afferma il gip in una domanda rivolta al poliziotto che ha aperto il fuoco durante il suo interrogatorio il 9 novembre, da cui cito: “In nessun momento vediamo l’auto virare a sinistra quando viene riavviata”.. Le valutazioni sono chiare, quindi la Mercedes non correva il pericolo di schiacciare il poliziotto contro il muro dietro di lui. La tesi della legittima difesa vacilla. Il documento Pegasi, il rapporto di intervento redatto subito dopo i fatti, è falso. Ha detto che l’ufficiale di polizia ha aperto il fuoco perché la Mercedes si stava dirigendo verso di lui.
Altro elemento nuovo: il poliziotto accusato ha colpito Nahill con il calcio della pistola.
Comunque questo è quello che dicono molti testimoni. Ciò emerge dal rapporto dell’IGPN (Ispettorato generale della polizia nazionale) consegnato a metà novembre. Questi testimoni sono due passeggeri dell’auto, ma anche altre tre persone che non conoscono Nahill. Secondo le loro dichiarazioni, l’agente di polizia ha colpito il giovane alla testa con il calcio della pistola. Un dato che potrà essere confermato dal referto dell’autopsia. Rivela, come ho detto, due contusioni al braccio sinistro, lesioni difensive secondo i giudici, coerenti con quanto affermano i testimoni. Secondo loro, Nahil si è protetto con il braccio. Da parte sua, il poliziotto sostiene con forza di non aver picchiato in alcun modo Nahil.
C’è anche un terzo elemento in questa indagine giudiziaria: le parole pronunciate dalla polizia, “colpo di testa” et al “Sparagli”minacce di morte confermate da numerosi testimoni.
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