Buone notizie: prodotti come pomodori, mele e pollame costano meno sugli scaffali dei nostri supermercati rispetto a quelli dei nostri vicini. “Qui i prodotti non trasformati sono in media molto più economici rispetto a quelli dei nostri vicini, così come le marche bianche.“, conferma Pierre-Yves Dermany, ministro dell’Economia.
Un’altra buona notizia: secondo lo studio dell’Osservatorio dei prezzi anche qui i prodotti a marchio del distributore e a basso costo costano meno, ma molti belgi continuano a fare acquisti all’estero.
E per una buona ragione: qui i prodotti di marca sono molto più costosi. “Il belga non va all’estero per comprare la sua insalata, ma piuttosto bibite o biscotti, tutti articoli di marca internazionale. È una perdita enorme: l’anno scorso abbiamo perso più di due miliardi di euro“, spiega il portavoce ufficiale del commercio in Belgio.
Anche l’acqua in bottiglia, anche quella belga, è colpita, in particolare a causa della tassa ambientale che si applica agli imballaggi in Belgio, ma non in Francia. David Clarenvall, vice primo ministro e portavoce del commercio belga, ritiene che le tasse dovrebbero diminuire. “Se il Paese non fa nulla con la sua politica fiscale e i grandi marchi internazionali riducono i loro costi, continueremo ad avere questa differenza di prezzo e i belgi a fuggire all’estero.“, nota quest’ultimo.
Per un prodotto di marca, nel 2022 i belgi hanno speso in media il 13% in più rispetto ai nostri vicini tedeschi e il 6,6% in più rispetto ai francesi.
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