Daniel del Cuetis, morto a Venezia giovedì 2 settembre, ha vinto tutti i migliori premi letterari italiani, ad eccezione del premio Strega, per il quale si sarebbe rifiutato di concorrere. Partì però due giorni prima, e per riceverne il più prezioso, il Campiello incoronò tutta la sua opera, che gli doveva essere presentata sabato 4 settembre. Con lui l’Italia perde una figura chiave della sua scena letteraria e culturale. Daniel del Quetz ha 72 anni.
Nella sua prefazione al primo romanzo di Daniel del Quetz, il grande Italo Calvino (1923-1985) lo iniziò nei primi anni ’80. Stadio di Wimbledon (1983, Rivages, 1985), autore Perché Barone? (1957) Si chiedeva come parlare di questo nuovo arrivato e di lui “Romanzo straordinario” : Dovrebbe essere considerato come un ricongiungimento con la tradizione della storia di apertura o, al contrario, dovrebbe essere visto come l’apertura di nuove strade nell’arte della rappresentazione e della narrazione? La magnificenza di Daniele Del Giudice, come suggeriva Calvino, era proprio ciò che riusciva a fare scrivendo contemporaneamente pacato e volutamente neutro.
Ingegnere di formazione
Nato l’11 luglio 1949 a Roma, da madre italiana e padre svizzero di Grabanten, Daniel del Quetz non ha avuto un’infanzia felice. È interessante notare che fin dall’inizio si considerava un orfano. Tuttavia, prima di morire, quest’ultimo gli fece due regali: una bicicletta e una grande macchina da scrivere Underwood. Quindi, invece di andare a scuola, il giovane Daniel trascorreva la maggior parte delle sue giornate pedalando al mattino e digitando il pomeriggio.
Ingegnere di formazione, entra nel mondo della corrispondenza collaborando a diverse testate, prima a Milano e poi a Venezia. In Stadio di Wimbledon, che presenta un giovane che segue le orme di un personaggio mitico ed enigmatico, il misterioso Roberto Boslan, scrittore degli anni ’20, morto senza pubblicare una sola riga. Strange Poslen, che nella vita era amico di Italo Sveo e Umberto Saba, era ossessionato dall’innovazione che poteva creare.
Questo sottile riflesso del silenzio e l’inibizione della creazione Stava promuovendo un film di Matthew Amalrick Nel 2001 ha scritto la sceneggiatura con l’accompagnamento di Daniel del Quetz. Nel 2002, diciassette anni dopo la prima pubblicazione da parte di Rivage, ha tradotto il libro in francese nelle edizioni di René de Seccatti. La prosa garbata, la profondità e la leggerezza espressiva, la sorprendente precisione della penna, in cui ogni parola pesa il suo giusto peso: tutte queste qualità si ritrovano nei successivi romanzi di Del Giudice. passo assoluto (Porta, 1998), Al Museo di Reims (Seuil, 2003) o addirittura Commercianti di tempo (Seuil, 2012), tutto tradotto da Jean-Paul Manganaro.
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