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Coppa Italia | Juve-Atalanta | Massimiliano Allegri, il diavolo della noia

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Coppa Italia |  Juve-Atalanta |  Massimiliano Allegri, il diavolo della noia

È la fine di una maratona estenuante per la Juve. Quasi doloroso. Dopo aver corso allo stesso ritmo dell’Inter, futuri campioni d’Italia, per tutta la prima parte di stagione, la Vecchia Signora ha cominciato a camminare lentamente. Dopo essere stata sconfitta dal suo grande rivale (1-0) durante la partita al vertice dell’inizio dello scorso febbraio, da allora sembrava aver perso completamente la strada. Il ritmo diminuì inesorabilmente. Partita dopo partita, giorno dopo giorno, metro dopo metro. Alla fine ha finito per strisciare a un passo dal traguardo, ed è stato finalmente superato questo fine settimana dalla qualificazione alla Champions League dopo un triste pareggio contro la Lanterna Rossa, la Salernitana (1-1), già retrocessa in Serie B. Fortunatamente l’Atalanta ha fatto il suo dovere contro la Roma (2-1) dopo due ore, mandando così la Juve al primo posto. È sufficiente per soddisfare tutti? Non reale.

Dalla fine di gennaio a Torino nulla è andato per il verso giusto. La Juve ha vinto solo due delle ultime 15 partite di campionato. La squadra di Massimiliano Allegri ha ottenuto cinque pareggi consecutivi. Triste per i tifosi che sono anche loro senza fiato e che chiedono soprattutto la testa di Massimiliano Allegri. Per loro il tecnico livornese, tornato a Torino nell’estate 2021 dopo un primo ciclo vincente tra il 2014 e il 2019, è il principale responsabile di tutta questa stagnazione. Chi ha sempre fatto tesoro del suo pragmatismo (“Preferisco una Juve brutta e vincente a una Juve bella e perdente”, dichiarò nel 2023) e della sua filosofia “Corto Mosso” nell’epoca dei “filosofi” e dei “teorici” – ha giocato troppo del suo carattere? Forse. Soprattutto perché questa volta i risultati non sono più disponibili. La Coppa Italia, nella quale la Juventus ha vinto il record di 14 copie, avrà difficoltà a salvare la sua stagione e il suo allenatore ha promesso di lasciare qualunque sia l’esito della finale contro l’Atalanta mercoledì sera allo Stadio Olimpico di Roma.

Penso che il suo ciclo sia semplicemente finito“, si è lanciato questa settimana Fabio Capello, ex allenatore del club, al microfono di “Radio Ancio Sport”, valutando che la squadra attuale “non è così forte” come si immaginava dopo la fine dell’andata in testa a testa. con l’Inter.La sua squadra si è qualificata per la Champions League e ora può vincere la Coppa Italia, obiettivo fissato dai suoi capitaniha sottolineato l’ex attaccante Luca Toni La Gazzetta dello Sport. Possiamo discutere della partita, ma i gol sono stati raggiunti e questo non è un dettaglio. La sensazione che emerge però dall’esperienza è che il ciclo di Max Allegri è finito e la Juve quest’estate cambierà allenatore“Anzi, possibile anche se è stato difeso da alcuni gruppi estremisti, tra cui in particolare i Drogue Bianconeri, che lo hanno recentemente affermato”Allegri non gareggerà“Tante”Sarà in panchina“La macchina della Juve”È ciò che conta“E i suoi dirigenti lo hanno confermato pubblicamente. La fine sembra inevitabile. Per il bene di tutti. Dalla Juventus ad Allegri.

È una squadra che gioca male tecnicamente, fisicamente e mentalmente.Mark Iuliano ha espresso il suo rammarico all’ex difensore bianconero. Il viaggio è valso l’avventura: prima brutto, poi pessimo, poi bello, poi molto bello, prima di ripartire con un ritmo un po’ negativo. A volte i tornei finiscono, anche per gli allenatori che hanno vinto tanto. A volte bisogna andare via per permettere al club di rinnovarsi e prendere altre stradeNel suo curriculum l’ex allenatore del Milan può vantare cinque Scudetti (2015, 2016, 2017, 2018, 2019) e quattro Coppe Italia (2015, 2016, 2017, 2018) con la Juventus, senza dimenticare due finali di Champions League ( 2015, 2017) Non proprio una briciola se non che ha poi ereditato le solide basi lasciate dal suo predecessore Antonio Conte, che un giorno di luglio 2014 decise di chiudere la porta in piena estate. Con vari Buffon, Barzagli, Bonucci, Vidal , Pogba, Pirlo, Tevez e anche Morata in Allora la vita era ancora molto più semplice quando è tornato nel 2021, non tutto è veramente cambiato, mantenere e continuare il ciclo vincente è una cosa.

Mercoledì sera, in caso di vittoria della Coppa Italia, il livornese (13 titoli) eguaglierà Marcello Lippi (14 titoli) al secondo posto nella classifica degli allenatori più vittoriosi della storia con i club italiani. La prova che il suo metodo ha funzionato in passato, ma con numeri più forti. In primo piano c’è Giovanni Trapattoni e i suoi 17 premi. Lo scorso febbraio il tecnico toscano era diventato anche il secondo per numero di partite alla guida della Juventus, tra Trapattoni (596 partite) e Lippi (405 partite). Personaggi che non dovrebbero cambiare il loro destino. Sui social network, l’hashtag “#AllegriOUT” appare regolarmente nelle tendenze della moda in Italia dopo ogni partita della sua squadra. Che vinca o perda. Come se nulla potesse cambiare la situazione dei tifosi, che appaiono cupi e rimpiangono il volto mostrato dalla loro squadra da fine gennaio. Ancor prima che lo diciamo.

Trattative di separazione, la morte si avvicina?

Penso che la scorsa stagione sia stata eccellente con lui (Allegri) e i giocatoriRicordando Alessandro Del Piero, il leggendario capitano della Juventus, sul set di Sky Italia. Quest’anno ci sono situazioni in cui i giocatori devono migliorare. Situazioni in cui bisogna essere un po’ come i surfisti. Loro ci sono, ci sono i punti (dell’Inter), e fai questo per vedere: ‘Les gars, è vero che in Champions siamo tutti uguali, ma loro tengono un piede sulla stessa lunghezza d’onda’ di fronte a me.’ Immaginiamo, non so, un rallentamento o una crisi. Per me questo è il momento che è mancato in questa stagione“.

Per tutta la stagione Allegri ha sempre insistito sul fatto che l’obiettivo fosse la qualificazione alla Serie A. Si è sempre rifiutato di fare di più, indipendentemente dal fatto che la sua squadra sia in corsa per il titolo, cosa che mette una pressione enorme sull’Inter ogni fine settimana. Il risultato ? La sua squadra ha finito per crollare, abbandonando completamente il secondo posto al Milan prima di cadere dal podio per la prima volta da agosto. “E’ vero che non ci sono fenomeni in questa squadra e che i confini della squadra sono chiari. Ma questa non è nemmeno una squadra che dovrebbe accontentarsi di 21 punti in 17 partite.“, stima il quotidiano piemontese Tuttosport.

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Massimiliano Allegri

Credito: Getty Images

E adesso? Per liberare Allegri, il cui contratto durerà fino a giugno 2025, la dirigenza bianconera dovrà trattare. Il conto potrebbe essere salato, visto che il suo ingaggio netto è stimato a 7 milioni di euro (+2 di bonus), il più alto della Serie A. Senza contare i compensi associati ai suoi dipendenti. Intanto in Italia non ci sono più dubbi sull’identità del suo successore: Thiago Motta. Dopo una stagione storica con il Bologna, che finì terzo in classifica e si qualificò alla prossima edizione della Champions League, la prima in sessant’anni, l’ex centrocampista del Paris Saint-Germain ha già accettato di approdare ai piemontesi. Tanto che sta già lavorando sulle linee future della sua squadra, ed è ben consapevole degli aggiustamenti di cui avrà bisogno la prossima estate. Sarà l’inizio di una nuova era per la Juve, in campo… e anche nelle idee.

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Thiago Motta e Max Allegri, Getty Images

Credito: Getty Images

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