Le stelle non scompaiono dal cielo senza lasciare traccia. La cosiddetta stella ordinaria perderà gradualmente l’elio di cui è composta prima di spegnersi, morire e poi diventare una nana bianca. La vita di una stella massiccia finirebbe con l’esplosione di una supernova: il suo nucleo si contrarrebbe quindi improvvisamente ed espellerebbe il resto della stella nello spazio, prima di formare un buco nero. Due processi sono conosciuti e identificati dagli astronomi.
Tuttavia, centinaia di stelle sono improvvisamente scomparse. Secondo gli scienziatiSebbene queste stelle siano incluse nelle rilevazioni astronomiche, sono assenti dalle nuove stelle. Secondo un team internazionale guidato dall’astrofisico Alejandro Vigna Gomez dell’Istituto Niels Bohr in Danimarca e dell’Istituto Max Planck di Astrofisica in Germania, alcune stelle massicce muoiono nelle esplosioni di supernova prima di formare stelle.
“Il collasso è stato così completo che non si sono verificate esplosioni, nulla è sfuggito e nessuna supernova luminosa è apparsa nel cielo notturno.” Lo spiega l’astrofisico. Quando una stella massiccia muore, la sua massa viene espulsa nello spazio circostante e si forma una nuvola di polvere e gas che rimane per centinaia di migliaia o addirittura milioni di anni. Durante questo periodo, il suo nucleo collassa sotto la gravità e talvolta forma un buco nero. Prove sempre più evidenti suggeriscono che le stelle massicce potrebbero collassare direttamente in questi buchi neri, senza passare attraverso una supernova. Un processo che non lascia residui visibili che spiegherebbero l’improvvisa scomparsa della stella.
Tesi extraterrestre
Per comprendere questo fenomeno, i ricercatori hanno lanciato nel 2019 Progetto Vasco, di fonti che scompaiono e riappaiono in un secolo di osservazioni. Sulla base di dati antichi, gli scienziati stanno analizzando queste stelle nascoste per identificarle e stimarne il numero. L’obiettivo è anche verificare che non si tratti di errori di registro. Attualmente, secondo i censimenti effettuati a partire dagli anni ’50, ci sono più di 800 stelle mancanti e, oltre alla formazione dei buchi neri, i ricercatori hanno avanzato la teoria dell’intelligenza extraterrestre.
Al progetto Vasco partecipano anche gli astronomi del programma Search for Extraterrestrial Intelligence (SETI). Questi ricercatori hanno ipotizzato che civiltà extraterrestri avanzate possano aver sviluppato tecnologie in grado di cambiare l’aspetto di una stella. Una tesi che rasenta la fantascienza e che al momento non è favorita dagli esperti.
“Un drogato di zombi amante degli hipster. Aspirante risolutore di problemi. Appassionato di viaggi incurabile. Appassionato di social media. Introverso.”