Dietro il personaggio ufficiale di Re Alberto II si nasconde un uomo dalle molteplici passioni e talenti, che ha lasciato il segno in chi lo ha conosciuto. I suoi interessi per le motociclette, la fotografia e i viaggi rivelano un carattere più sfumato e umano rispetto all’immagine spesso associata ai reali.
La sua passione sono le moto
Il re Alberto II era noto per il suo amore per le motociclette. Questa passione non era solo una moda giovanile, era un vero e proprio stile di vita che gli permetteva di sentirsi libero e anonimo. “In moto hai molta indipendenza, sei da solo con la tua moto, vai quasi ovunque. Inoltre, nel caso di King Albert, la moto ti permette di essere un po’ furtivo perché indossi una casco.”“, spiega l’amico del re Alberto II, Bernard de Traux de Warden.
Il suo amico, Edward Goedert, ammette che il re era un eccellente motociclista che sapeva percorrere lunghe distanze. L’ex ministro della Giustizia Melchior Wathelet ricorda di aver condiviso diversi punti e sentimenti comuni con il re: “Erano auto, moto, motori, prestazioni e piste.
Fotografia: una seconda natura
Alberto II non era solo un appassionato di motociclette, ma anche un appassionato fotografo. “In tutti i viaggi che abbiamo fatto, il re aveva la sua macchina fotografica, ma attenzione, non era solo una macchina fotografica professionale.”ricorda il giornalista Thomas de Bergek. La sua conoscenza tecnica ha impressionato i fotografi professionisti. “Ricordo di aver visto una conversazione tra il re e un famoso fotografo. Albert sapeva cose che non sapeva. Fu Albert che, facendo domande, finì per insegnargli come funzionava la sua macchina fotografica.Aggiunge il giornalista.
Edward Goedert spiega che il Re avrebbe potuto fare il fotografo in un’altra vita: “Soprattutto, un fotografo della natura, dell’architettura e del dettaglio.”
Viaggio: una fuga essenziale
Il viaggio era un altro aspetto essenziale della vita di re Alberto II. L’allora segretario della regina Paola, Willem van de Voorde, sottolinea l’importanza che il re faccia di tanto in tanto un passo indietro: “Lui stesso ha svolto servizio pubblico al 100% mentre era in Belgio. Ma di tanto in tanto era molto importante per loro andarsene e andare all’estero”.
“Non voleva castelli, voleva cose ordinarie.” Edouard Goedert, un caro amico, ricorda molti viaggi organizzati con il re, dove condividevano un comune apprezzamento per i paesaggi ondulati e le regioni pittoresche come la Toscana e l’Abruzzo. Queste avventure permisero al re di sfuggire ai suoi doveri reali, permettendogli di ricaricare le batterie negli ambienti che amava.
Personalità calda e senso dell’umorismo
Nonostante le sue responsabilità, il re Alberto II rimase un uomo accessibile e allegro. L’ex segretario della regina Paola, Willem van de Voorde, lo descrive come un gentiluomo “Simpatico e aperto, mette a proprio agio gli intervistatori”. Thomas de Bergek ha aggiunto: “Questo è il senso dell’umorismo di Albert. Abbiamo pensato che quando aveva una parola gentile da dire o faceva un gesto divertente, doveva assolutamente farlo. E se riesci a farlo ridere, te lo metti in tasca.”. Questa capacità di ridere e di condividere momenti leggeri lo ha reso un sovrano particolarmente apprezzato da chi gli stava vicino.
Guarda il documentario “Albert II, gli ultimi segreti” venerdì 31 maggio su RTl tvi e RTL in onda alle 19:50.
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