Chi diventa Primo Ministro della Francia? La domanda rimane. Due giorni dopo le elezioni legislative anticipate, i negoziati continuano a tutti i livelli. Tuttavia, l’imprevedibilità di ciò che potrebbe accadere nei prossimi giorni, come la frammentazione dell’Assemblea in tre blocchi più o meno uguali, promette già di rendere la sessione di medio termine un crogiolo di confronto politico, ancora più forte che nella legislatura precedente. Oppure quando uscire dalla cultura maggioritaria sembra troppo complicato.
Comunque oggi è il giorno in cui i membri del Nuovo Fronte Popolare entrano a Palazzo Borbonico. L’ordine, però, è dispersivo. Questa mattina sono arrivati per primi gli ambientalisti, seguiti da La France insoumise e prima dei socialisti che si riuniranno questo pomeriggio.
Domani toccherà al Raggruppamento Nazionale e ai suoi alleati entrare nel proprio gruppo di 143 eletti al Palazzo di Borbone. Intanto, tra i rappresentanti del partito infuocato, è ancora tempo di digestione, o meglio di indigestione, del malcontento. Ciò che è più importante è cercare gli autori di questo fallimento, poiché tutti i sondaggi d’opinione prevedono da settimane una maggioranza per l’estrema destra, se non assoluta, almeno relativa. La prima persona a pagare per questo diritto azionario non è altro che il Direttore Generale dell’Assemblea Nazionale. Il gel Benel non durerà più di 24 ore. Ieri il principale organizzatore della struttura del partito ha presentato le sue dimissioni.
Per quanto riguarda l’ingresso dei nuovi eletti al Palazzo Borbone, il 18 luglio si terrà la prima sessione ufficiale di questa diciassettesima legislatura. D’altronde la sociologia di questa nuova associazione è già nota. Il primo vantaggio, per la seconda volta consecutiva dal 1988, Stefan, è che la percentuale di donne sta diminuendo.
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In questa nebbia che ora costituisce la fase post-elettorale, che sola renderà l’equazione fondamentalmente più complessa di quanto non fosse prima della soluzione, Emmanuel Macron non ha ancora parlato personalmente. Il capo dello Stato per ora vuole restare in disparte. E anche molto lontano, perché, per coincidenza, secondo il calendario, il presidente si recherà oggi e per due giorni al vertice della NATO a Washington, presumibilmente per confermare il sostegno dell’Alleanza a Kiev. Il presidente Volodymyr Zelenskyj chiede maggiori aiuti, soprattutto sistemi di difesa aerea.
Dall’inizio dell’attacco all’Ucraina, la repressione in Russia ha soffocato tutte le voci dissenzienti. In questo caso l’epurazione colpì particolarmente gli ambienti culturali, che ordinarono loro di conformarsi alla retorica patriottica e militare del Cremlino. Tuttavia, in un nuovo esempio di questo clima arbitrario, ieri due famosi artisti di teatro sono stati condannati a sei anni di prigione. Le due donne, drammaturga e regista, erano in carcere da più di un anno. Entrambi sono accusati di “chiedere scusa per il terrorismo” in uno spettacolo teatrale rappresentato nel 2020.
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