La Giustizia Europea ritiene che la Commissione europea abbia imposto restrizioni irregolari all’accesso del pubblico alle informazioni contenute nei contratti per l’acquisto di dosi di vaccino contro il Covid-19. Mercoledì in Lussemburgo la Corte dell’Unione europea ha emesso una sentenza in tal senso. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen lo avrebbe certamente evitato, alla vigilia del voto dei deputati del Parlamento europeo, chiamati a decidere, a Strasburgo, sulla sua riconferma a capo dell’esecutivo europeo.
Nel 2020 e nel 2021, durante la pandemia di COVID-19, la Commissione von der Leyen ha negoziato e concluso, per conto degli Stati membri, contratti per l’acquisto di vaccini contro il coronavirus da diverse aziende farmaceutiche: Pfizer/BioNTech, Moderna, AstraZeneca, Janssen e Novavax. E Valneva. Molto rapidamente sono stati stanziati circa 2,7 miliardi di euro per effettuare un ordine confermato per oltre 1 miliardo di dosi di vaccino. In totale, secondo i calcoli della Corte dei conti europea, l’Unione europea ha speso 71 miliardi di euro per assicurarsi di ricevere 4,6 miliardi di dosi di vaccini. In un rapporto pubblicato nell’ottobre 2022.
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Nel 2021, cinque eurodeputati verdi, tra cui la defunta francese Michele Rivasi, nonché singoli individui, hanno agito dinanzi al Tribunale dell’Unione europea per rivendicare, sulla base del regolamento europeo sull’accesso ai documenti, la capacità di prendere conoscenza come azioni e documenti pertinenti, per comprenderne i termini e le condizioni e garantire la protezione del pubblico. Il comitato ha permesso loro di vedere solo le versioni pesantemente oscurate.
Compensazione e conflitti di interesse
Il Tribunale dell’Unione europea si è pronunciato in parte a favore dei ricorrenti. Annulla alcune decisioni, considerate illegali, emesse dalla Commissione per limitare l’accesso agli appalti.
Secondo i giudici lussemburghesi, la Commissione ha commesso una violazione nascondendo informazioni sui termini di questi contratti relativi ai risarcimenti delle aziende da parte degli Stati membri nel caso in cui queste si trovino a dover pagare un risarcimento in caso di indisponibilità di vaccini. Per giustificare la propria posizione, la Commissione ha affermato che la divulgazione di tali elementi avrebbe potuto causare un danno commerciale alle società interessate.
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La Giustizia Europea critica inoltre la Commissione per aver rivelato solo parzialmente le dichiarazioni di assenza di conflitto di interessi dei membri del gruppo negoziale per l’acquisto dei vaccini. In questo caso, secondo la Corte, l’argomento della tutela della vita privata non è in conflitto con l’argomento dell’interesse pubblico.
La commissione ha risposto con un comunicato stampa indicando che avrebbe preso atto della sentenza e che ne avrebbe studiato le implicazioni. Spiega di aver cercato di “trovare un difficile equilibrio tra il diritto del pubblico a ottenere informazioni, compresi i membri del Parlamento europeo, e i requisiti legali dei contratti derivanti dagli stessi contratti Covid-19, che potrebbero dar luogo a richieste di risarcimento danni e gli interessi delle persone colpite.” A scapito del denaro dei contribuenti, l’Esecutivo europeo conferma di aver fornito al Parlamento europeo tutte le informazioni necessarie.
Questo argomento verrà probabilmente sollevato giovedì, nella sessione plenaria del Parlamento europeo, quando Ursula von der Leyen sarà interrogata dai membri del Parlamento europeo, dopo aver pronunciato il suo discorso chiedendo la sua riconferma a presidente della Commissione.
La Procura europea ha aperto un’indagine sulla mancata divulgazione del contenuto e sulla “sparizione” degli SMS scambiati durante le trattative contrattuali tra Ursula von der Leyen e l’amministratore delegato di Pfizer Albert Bourla. Da parte sua, un cittadino belga, Frédéric Baldan, ha presentato una denuncia ai tribunali di Liegi con l’accusa di corruzione e appropriazione illegale di interessi (tra le altre cose) contro la signora von der Leyen nell’ambito di questo “Pfizergate”. Il 6 dicembre la Camera del Consiglio di Liegi deciderà se la Procura europea o il giudice di Liegi Frédéric Vrenay sono competenti per indagare su questa indagine.
Chi può indagare sul Pfizergate (eventualmente)?
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