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L’Agenzia sanitaria dell’Unione africana dichiara l’emergenza sanitaria pubblica

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L’Agenzia sanitaria dell’Unione africana dichiara l’emergenza sanitaria pubblica

I Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie, l’agenzia sanitaria dell’Unione africana, non hanno aspettato l’approvazione dell’OMS per fare l’annuncio. “Emergenza sanitaria pubblica” Di fronte all’epidemia di Mbox (L Vaiolo delle scimmie O vaiolo delle scimmie), che è in corso in diversi paesi del continente. “Questo annuncio non è solo una formalità, è un chiaro invito all’azione”.Lo ha commentato martedì 13 agosto il capo del CDC per l’Africa, Jean Cassinha.

Questo annuncio arriva, infatti, un giorno prima della riunione del Comitato di emergenza dell’OMS, che dovrà anche stabilire se la situazione costituisce un’emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale, cioè il livello di allerta sanitaria più alto. Un totale di 38.465 casi di vaiolo e 1.456 decessi sono stati registrati in 16 paesi africani da gennaio 2022, compreso un aumento del 160% dei casi nel 2024 rispetto all’anno precedente, secondo i dati pubblicati la settimana scorsa dai Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie. .

La riclassificazione dell’epidemia di vaiolo da parte dell’agenzia renderebbe particolarmente possibile sbloccare fondi per accedere ai vaccini e fornire una risposta continentale. “È un’ammissione che non possiamo più tollerare reazioniAggiunto Jan Cassinha. Dobbiamo essere proattivi e attivi nei nostri sforzi per contenere ed eliminare questa piaga. »

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Una razza nuova e più mortale

Precedentemente nota come vaiolo delle scimmie, è una malattia virale che si diffonde dagli animali all’uomo ma si trasmette anche attraverso il contatto fisico ravvicinato con una persona infetta dal virus. La malattia fu scoperta per la prima volta negli esseri umani nel 1970 in quella che oggi è la Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire).

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Nel 2022, un’epidemia globale si è finalmente diffusa con un nuovo ceppo in un centinaio di paesi in cui la malattia non era endemica, colpendo principalmente uomini gay e bisessuali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha poi emesso un allarme rosso nel luglio 2022 in risposta a un’epidemia globale di casi, per poi rialzarlo meno di un anno dopo, nel maggio 2023. L’epidemia ha causato circa 140 morti su circa 90.000 casi.

Ma da quasi un anno il continente africano sta affrontando la diffusione di un nuovo ceppo, scoperto nella Repubblica Democratica del Congo nel settembre 2023, considerato più mortale e più trasmissibile dei ceppi precedenti. Quest’ultimo provoca eruzioni cutanee su tutto il corpo, mentre i suoi predecessori erano caratterizzati da eruzioni cutanee e lesioni localizzate, sulla bocca, sul viso o sui genitali.

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Il mondo con l’Agence France-Presse

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