Giovedì 22 agosto gli organizzatori della corsa ciclistica italiana sono stati condannati a risarcire 1,1 milioni di euro alla famiglia di un giovane corridore morto sul loro percorso.
Cinque anni dopo, la sentenza. Aveva 22 anni Giovanni Ainelli quando perse improvvisamente la vita il 7 ottobre 2019 mentre gareggiava nell’87esima edizione del “Circuitto Molinese”, gara ciclistica riservata ai ciclisti sotto i 23 anni, che si corre in Piemonte.
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Giovanni Ainelli, identificato come la giovane speranza del ciclismo italiano, si è schiantato contro le barriere di sicurezza durante lo sprint finale prima di concludere la sua corsa contro il muro. Morì poco tempo dopo in ospedale.
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La caduta a 70 km/h gli è costata la vita, ma evidenzia anche le lacune della sicurezza durante la gara. Secondo le immagini a disposizione degli inquirenti, le barriere di sicurezza obbligatorie erano insufficienti e mal posizionate, ma la zona dove il corridore ha terminato la sua corsa non era ben protetta.
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Diversi disfunzionamenti stanno spingendo il sistema giudiziario transalpino a pronunciare il verdetto cinque anni dopo la tragedia. Per questo giovedì 22 agosto gli organizzatori sono stati condannati a risarcire 1,1 milioni di euro alla famiglia del corridore pratese.
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