il libro. In un mondo di editing perfetto, questo libro avrebbe vinto un premio Nobel. Più precisamente, ha dichiarato il suo soggetto nel suo titolo, rivoluzione dell’RNA messaggero, All’inizio di ottobre sarebbero stati assegnati i premi scientifici più prestigiosi, fornendo all’opera un trampolino di lancio ideale. Asso! L’Accademia svedese ha rinunciato alla maleducazione: troppo maleducata? Il successo di questi vaccini innovativi. Tuttavia, c’è ancora una straordinaria avventura scientifica, guidata da personalità straordinarie, che è chiaramente con una grande estensione al futuro della medicina: tutti gli ingredienti necessari per una buona storia di scienza.
Giornalista del sito di notizie svizzero Heidi.news, Fabrice Delay ha seguito da vicino l’espansione di questa saga, che ha portato allo sviluppo di due vaccini contro il Covid-19, in meno di un anno. Ma ha scelto di annegare il suo libro nella lunga storia. Ricorda i primi passi, con la scoperta dell’RNA messaggero, nel 1961, da parte di tre ricercatori francesi, tra i quali – strizzatina d’occhio – François Jacob, padre di Odile Jacob, l’editore del libro. Soprattutto, ha diversi attori che raccontano la storia del paziente, e talvolta la faticosa costruzione di questo edificio.
Passa così una serie di personalità che vengono a dire la loro parte della verità. Ci sono ovviamente le basi, il duo Katalin Kariko-Drew Weissman, che è riuscito a modificare l’RNA messaggero per renderlo resistente al sistema immunitario, e quindi attivo. Oppure i meravigliosi imprenditori ovvero il francese Stephan Bancel, presidente di Moderna, oi tedeschi Ugur Sahin e Ozlim Turici, che hanno unito in città come per una sede, i fondatori di BioNTech. Ma soprattutto, il libro mette in luce “eroi” meno noti, come l’americano Robert Malone, che, forse, fu il primo a credere, nel 1987, alle virtù curative dell’acido ribonucleico, oggi certamente il più amaro. nelle immagini. O il canadese Peter Collis, biochimico e serial keeper, maestro indiscusso delle nanoparticelle lipidiche, questi minuscoli scudi senza i quali l’RNA non avrebbe la possibilità di raggiungere le cellule di un organismo.
Insidie, fallimento e fatica
Questo è il punto centrale del libro. Ci permette di ammirare la visione, l’intelligenza, l’entusiasmo e la forza di volontà che accompagnano ogni grande scoperta. Ma ci fa anche toccare con mano la massa dimenticata di insidie, mosse sbagliate, fallimenti, duro lavoro e l’audacia mai ricompensata che sembra essere nascosta da un successo apparentemente rapido. Quindi percorriamo i laboratori universitari, i corridoi delle big pharma, ma soprattutto nel mondo delle startup, i loro massicci investimenti, le battaglie sui brevetti di Homer, e la loro frenetica ricerca di innovazione. Così Fabrice Delay descrive in dettaglio la scommessa persa sulla biotecnologia tedesca CureVac. È stata la prima a iniziare, nei primi anni 2000, la ricerca di un vaccino a RNA messaggero, e ha aperto la strada, strutturato la comunità e lanciato i primi studi clinici. Ma al momento dell’ultima gara, crolla, vittima della sua convinzione di poterla correre da sola e di una scommessa tecnologica persa.
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