Reportage
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Con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali e legislative del 14 maggio, i partiti di opposizione si stanno mobilitando per la candidatura di Kemal Kilicdaroglu, leader del Partito popolare repubblicano, per cercare di impedire a Recep Tayyip Erdogan di ottenere un terzo mandato.
In questo lotto libero di Kartal, un quartiere alla periferia est di Istanbul, alcune centinaia di persone attendono con ansia l’arrivo di Ekrem Imamoglu, il sindaco dell’opposizione della città. A un mese dalle elezioni presidenziali e legislative in Turchia, qui il 14 maggio, non è il tempo dell’entusiasmo, ma della calma e ferma speranza. A Dio piacendo, questa volta sarà il momento giusto. Slips Jihan, 24 anni, cameriere in un bar, è venuto a partecipare all’incontro politico con due suoi cugini. “Penso che vinceremo,” dice sicuro.
Oggi, venerdì, si parla della cerimonia di inaugurazione dei lavori di riqualificazione urbana, che prevede l’adeguamento degli edifici agli standard antisismici, in questo sobborgo di Istanbul. L’opportunità di Ekrem Imamoglu di fare campagna elettorale per Kemal Kilicdaroglu, leader del Partito popolare repubblicano (CHP, sinistra) e candidato alla presidenza della “Tavola dei sei”, questa eterogenea coalizione elettorale composta da laici, ultranazionalisti, islamisti e due. Ex ministri del presidente Erdogan.
“Non ho mai visto una situazione economica così catastrofica prima d’ora”.
Figura poco carismatica e contestata all’interno del blocco dell’opposizione, Kemal Kilicdaroglu ha condotto una campagna elettorale a fianco dei sindaci di Istanbul e Ankara, Ekrem Imamoglu e Mansur Yavas, sin dalla sua candidatura alla presidenza.