La spinta dell’acqua è un trucco abbastanza ordinario, a volte preso sul serio da pochi cospiratori addormentati, convinti di nascondere l’energia miracolosa del futuro che giace davanti ai nostri occhi. Ma una startup giapponese sta seriamente testando la molecola H2O come combustibile spaziale, e i primi test si stanno rivelando abbastanza conclusivi.
Nello spazio, la questione del carburante è fondamentale. Tanto più spazio e peso occupa, tanto più è necessario costruire un grande vascello da far viaggiare su serbatoi sufficientemente capienti… più carburante occorre per alimentarlo, e a maggior ragione per fargli abbandonare l’attrattiva di una ‘stella’ ‘. È un circolo vizioso, che motiva la ricerca di fonti di propulsione diverse dai propellenti chimici attualmente in uso. Se l’opzione nucleare è ancora allo studio, la startup giapponese Pale Blue suggerisce di utilizzare il vapore acqueo.
propulsione ionica
Il concetto è ovviamente un po’ più complesso di una semplice pistola ad acqua. blu pallido Propone un motore che scompone le molecole d’acqua in ossigeno e idrogeno utilizzando un campo magnetico. Il vapore si trasforma in un plasma che genera ioni caricati positivamente ed elettroni caricati negativamente. e quelli, espulsi dalla macchina, esercitano una spinta sufficiente per spingerla.
Questo per la teoria. Ma in pratica? Bene, sembra che stia funzionando: Pale Blue ha installato il suo motore sul cubesat EYE 1 di Sony, che è stato messo in orbita il 3 gennaio tramite un razzo SpaceX Falcon 9. Secondo la società, l’esperimento è stato cruciale e il suo prototipo di propulsore Resistojet era capace di alimentare il piccolo satellite.
Abbiamo ancora molta strada da fare prima di districarci dalla gravità terrestre grazie al vapore acqueo, ovviamente, ma ciò significa che questa soluzione esiste per le piccole macchine, una volta in orbita. Ed è anche un grande passo verso la propulsione ionica, per essere esatti futura, dove particelle caricate magneticamente forniscono propulsione nello spazio. Resta ora da superare la fase processuale.