L’Eliseo ha indicato che “il Presidente della Repubblica ha sottolineato l’importanza di rispettare la scelta sovrana di questi due paesi risultante da un processo democratico e di intervenire in risposta allo sviluppo del loro ambiente di sicurezza”. che è durato un’ora.
“Vuole continuare le discussioni per trovare una rapida soluzione” all’opposizione turca ai due candidati, ha aggiunto la presidenza francese.
I paesi scandinavi, contrariamente a una lunga tradizione di neutralità, hanno deciso di aderire alla NATO in risposta all’attacco della Russia all’Ucraina il 24 febbraio.
Ma la Turchia minaccia di impedirne l’adesione all’alleanza, che richiede l’unanimità degli Stati membri dell’organizzazione.
Ankara in particolare accusa i due Paesi di ospitare militanti curdi del Partito dei Lavoratori del Kurdistan, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, che considera un’organizzazione terroristica, e ne chiede l’estradizione.
La Turchia sta anche valutando una nuova operazione contro i curdi nel nord della Siria, che potrebbe innescare nuove tensioni all’interno della NATO, in particolare con la Francia.
I presidenti francese e turco hanno parlato anche “dell’urgenza della possibilità di esportare grano ucraino”, fermata dalla guerra nei porti del sud del Paese, che rischia di creare una crisi alimentare globale. Emmanuel Macron continuerà “la comunicazione su questo tema nei prossimi giorni con gli organismi internazionali competenti”.
Hanno discusso “diversi modi possibili per trasferire” queste colture, in collaborazione con le Nazioni Unite, e “hanno accettato di rimanere in contatto per trovare una soluzione rapida”.
Una delle strade considerate è la creazione di un corridoio marittimo da Odessa nel Mar Nero, in cui la Turchia potrebbe svolgere un ruolo importante.
I due leader hanno anche espresso la loro “preoccupazione per il deterioramento della situazione in Libia”.
Dopo più di un decennio di caos seguito alla caduta di Muammar Gheddafi nel 2011, la Libia, che è stata afflitta da divisioni tra istituzioni rivali a est e ovest, ha visto due governi rivali dall’inizio di marzo, tra il 2014 e il 2021, poi nel nel mezzo di una guerra civile. la guerra.
Un governo formato dall’ex ministro dell’Interno Fathi Bashagha, e approvato dalla Camera dei Rappresentanti dell’est, è in competizione con l’autorità esecutiva di Tripoli guidata da Abdel Hamid Dabaiba, nato da accordi politici patrocinati dalle Nazioni Unite.