Home Mondo Al vertice del G7, una radiosa Meloni prende il sopravvento su un debole Macron

Al vertice del G7, una radiosa Meloni prende il sopravvento su un debole Macron

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Emmanuel Macron ha subito una pesante sconfitta alle elezioni europee di domenica contro l’estrema destra e ha chiesto elezioni legislative anticipate nelle quali ha rischiato molto.

E non è l’unico a non apparire al meglio nella lussuosa località balneare di Borgo Egnazia in Puglia.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden si trova in difficoltà nel far fronte al ritorno del suo predecessore, Donald Trump. il cancelliere tedesco Olaf Scholz, i cui socialdemocratici sono stati sconfitti anche alle elezioni europee; Il primo ministro conservatore britannico Rishi Sunak, che dovrebbe cedere il suo seggio al partito laburista tra meno di un mese…

La maggior parte dei leader delle sette democrazie più ricche del mondo impallidiscono di fronte alla leader italiana, che è riuscita nell’impresa di vincere le elezioni europee migliorando il suo punteggio rispetto al voto che l’ha portata al potere alla fine del 2022.

Tensioni nel G7: Macron e Biden criticano la posizione della Meloni sull’aborto

«Spero che possiate assaporare l’ospitalità per la quale l’Italia è famosa nel mondo», ha detto con un sorriso goloso Giorgia Meloni ai suoi interlocutori aprendo il vertice.

È un eufemismo dire che la Roma, che spesso si irrita per l’atteggiamento arrogante dei francesi, apprezza il suo ruolo di “protagonista”.

«L’Italia si presenta come un’ancora di salvezza, nel caos dell’incertezza», commenta una fonte diplomatica italiana, riferendosi tra l’altro appena all’incognita francese.

Parigi vuole comportarsi come se nulla fosse successo.

“Non credo” che sarò indebolito sulla scena internazionale, ha assicurato Emmanuel Macron ai giornalisti pugliesi, arrivando a dire che i suoi omologhi considerano “coraggiosa” la sua decisione di sciogliere l’Assemblea nazionale, che potrebbe portare alla mia indebolimento. Nel giro di un mese fu costretto a convivere con un primo ministro estremista di destra.

Sulle sponde del Mediterraneo, nelle delegazioni abbondano le domande su questa decisione.

“È chiaro che Emmanuel Macron ha meno prestigio e fiducia rispetto a prima”, spiega l’ex diplomatico Michel Duclos, consigliere speciale dell’Istituto Montaigne.

“Il concorrente più pericoloso”

Ciò influenzerà le trattative? Per quanto riguarda la questione principale del G7, è stato raggiunto un accordo per utilizzare i beni russi congelati dall’Occidente a beneficio dell’Ucraina. Ma per realizzarlo occorre ancora un lungo lavoro tecnico.

Michel Duclos spiega all’Agence France-Presse: “Possiamo chiederci se un governo francese meno favorevole a Kiev lo applicherebbe davvero”, sottolineando che, a causa dell’incertezza elettorale, “le parole di Emmanuel Macron sono diventate meno vincolanti per la Francia di prima”.

Questo sentimento, aggiunge, è messo in prospettiva dalla tradizione di continuità della politica estera francese e dallo status del presidente francese, con il suo “dominio riservato”, reale o immaginario, in materia diplomatica.

I paesi del G7 concordano un meccanismo per utilizzare le risorse russe a sostegno dell’Ucraina

Ha cercato di rassicurare Emmanuel Macron che “la parola della Francia è affidata al Presidente della Repubblica”, che “non cambierà fino all’estate del 2027”.

Il presidente francese ha anche espresso pubblicamente il suo “rammarico” per la posizione del governo Meloni sull’aborto, e si è opposto al linguaggio categorico a favore del diritto all’aborto nella dichiarazione finale.

La risposta del primo ministro italiano è stata immediata: “Penso che sia un grave errore, in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo, fare campagna elettorale utilizzando una sede preziosa come il G7”.

Questa domanda non è banale, in un momento in cui Emmanuel Macron, come Joe Biden, pone la propria sopravvivenza elettorale al livello di una “battaglia di valori” contro gli estremisti.

Mercoledì il presidente francese ha parlato della conferenza stampa di lancio della campagna, insistendo sull'”incapacità di governare” dei suoi avversari.

“Ma la Meloni ha dimostrato che è possibile governare”, alleata del centrodestra ma anche dei populisti, “senza che l’Italia cada in rovina o in disgrazia”, osserva Lorenzo Castellani, politologo dell’Università Luis Roman. Ciò la rende, rispetto alla Francia o alla Germania, “l’avversario più pericoloso”.

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