Sollievo a Roma. Dopo mesi di stallo, la Commissione Europea ha finalmente approvato il pagamento della terza tranche del piano di salvataggio da 19 miliardi di euro, anche se sarà ridotto a 18,5 miliardi di euro. Bruxelles attendeva spiegazioni sullo stanziamento dei fondi e sul raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Il governo italiano ha riconosciuto ritardi significativi, alcuni dei quali non possono essere colmati. Ha rinviato la costruzione delle residenze universitarie creando 7.500 posti letto aggiuntivi per gli studenti, che è stata una delle principali ragioni per bloccare il pagamento della terza rata.
Cambiamenti da 16 miliardi di euro
Giorgia Meloni si è rallegrata che “un buon risultato consentirebbe all'Italia di ottenere i 35 miliardi previsti per il 2023”. Sono essenziali per il buon andamento dei conti pubblici italiani, soprattutto dopo i deludenti dati sulla crescita del secondo trimestre (-0,3%) pubblicati lunedì.
Con le modifiche proposte da Roma la terza tranche verrebbe ridotta a 18,5 miliardi di euro, mentre la quarta passerebbe da 16 a 16,5 miliardi. Per garantire che venga adeguatamente pagato entro la fine dell'anno, il ministro degli Affari europei, Raffaele Fito, che gestisce l'attuazione del programma, ha annunciato la modifica di 144 dei 349 obiettivi da raggiungere.
Dei 33,8 miliardi previsti dal piano di salvataggio, quest'anno sono stati effettivamente spesi solo 2 miliardi di euro, secondo un rapporto del Centro studi del Parlamento italiano pubblicato a fine giugno. Il governo ha quindi deciso di cancellare nove progetti che difficilmente verranno completati nei tempi previsti, per un totale di quasi 16 miliardi di euro. Sono gestiti principalmente dai Comuni, soprattutto cantieri ferroviari, ma anche progetti di miglioramento dell'efficienza energetica degli edifici residenziali e pubblici.
Sorgono partiti e comuni di opposizione
Ellie Schlein, segretaria del Partito democratico (opposizione di centrosinistra), ha denunciato “il governo come irresponsabile”. La sua negazione del clima disonora il Paese. » Una delle misure rimosse prevedeva 1,3 miliardi di euro per proteggere il territorio dai rischi idrologici e geologici, mentre in primavera la penisola ha subito numerose inondazioni, che hanno causato danni per miliardi di euro.
Raffaele Fito tiene a rassicurare: «Non eliminiamo nessun fondo, non riduciamo nulla, ci stiamo ristrutturando». I progetti interessati dalla ristrutturazione dovrebbero essere dedicati ad “altri fondi finanziari”, in particolare il programma europeo RePowerEU, alla transizione energetica .
Il presidente dell'Anci (Associazione nazionale comuni italiani) Antonio Decaro è cauto e chiede spiegazioni. “I comuni sono le uniche amministrazioni pubbliche che hanno dimostrato che i fondi del piano di risanamento possono essere spesi in modo rapido ed efficiente, mentre altre non hanno nemmeno sviluppato formalmente un piano”, ha risposto. Chiediamo garanzie immediate. »
Il governo ha promesso di coinvolgere presto le autorità locali e i partner della comunità nella realizzazione del progetto. Afferma semplicemente di voler «riorganizzare gli obiettivi intermedi per garantire il successo degli obiettivi finali».
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