Facebook e Instagram hanno il diritto di addebitare commissioni agli utenti che rifiutano annunci mirati? Lunedì 1 la Commissione europea ha risposto negativamenteLui è Luglio: Meta, la società madre dei due social network, ha inviato un avviso preliminare informandola che non stava rispettando le norme del Digital Markets Act (DMA) dell’UE. Questa disposizione impone alle grandi piattaforme digitali di ottenere il consenso degli utenti europei, affinché possano consultare i loro dati personali, ad esempio per scopi pubblicitari. Meta si è impegnata in questo senso dal novembre 2023, ma richiede a coloro che rifiutano di sottoscrivere un abbonamento a pagamento (9,99 € al mese sul web e 12,99 € sulle app mobili iOS o Android) e senza pubblicità.
“Meta ha costretto milioni di utenti in tutta l’UE a fare una scelta binaria: pagare o accettare. Secondo i nostri risultati preliminari, questa è una violazione.”“, ha spiegato su X il commissario al digitale Thierry Breton. “Vogliamo dare ai cittadini il potere di controllare i propri dati e scegliere pubblicità meno personalizzate”.Margrethe Vestager, commissaria responsabile della concorrenza, ha aggiunto in un comunicato stampa.
La DMA mira a costringere le grandi piattaforme a rispettare maggiormente la concorrenza e la raccolta massiccia di dati è vista come uno dei vantaggi ingiusti che stabiliscono il dominio di questi attori, impedendo ad altri attori di competere nei loro mercati. Secondo la Commissione Meta dovrebbe offrire agli utenti l’accesso allo stesso servizio – un social network gratuito – senza consultare i propri dati per la pubblicità mirata.
Annunci “contestuali”.
La Commissione afferma che i social network possono ancora visualizzare annunci pubblicitari, ma dovrebbero “contestuale”Ad esempio, vengono mirati in base al contenuto visualizzato sullo schermo visualizzato dall’utente di Internet. Oppure la tipologia più classica di pubblicità utilizzata dai giornali o dai canali televisivi, prima dell’avvento del Web, che vendeva agli inserzionisti spazi legati agli argomenti delle proprie pagine e dei programmi radiofonici.
“Meta sembra credere che, per trarre profitto dalla pubblicità, sia giustificato raccogliere tutti i dati immaginabili sulle attività, l’ubicazione, la personalità, il comportamento, gli atteggiamenti e le emozioni dei consumatori.”L’Unione europea dei consumatori (BEUC), a febbraio, ha denunciato la presentazione di un reclamo contro Meta, ritenendo che l’abbonamento proposto viola anche il regolamento generale europeo sulla protezione dei dati.
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