Il conflitto ruota in particolare sugli stipendi dei piloti, che questi ultimi chiedono di ripristinare dopo i tagli del 20% operati all’inizio della pandemia da Corona virus per aiutare l’azienda a superare la crisi. Il rispetto dei tempi di riposo dei piloti è anche al centro dell’attenzione dei sindacati e della Belgian Cockpit Interior Association (BECA), l’associazione professionale dei piloti di linea in Belgio.
Da quando Ryanair ha riconosciuto con il suo contratto collettivo di lavoro l’applicazione del diritto del lavoro belga nel gennaio 2019, le controversie si sono accumulate solo tra i suoi piloti con sede in Belgio e la direzione dell’azienda, come spiegato dalla Belgian Cockpit Confederation (Beca) e dai sindacati cristiani di lingua francese CNE e ACV fiammingo.
«In effetti non c’è niente da negoziare, la legge va semplicemente rispettata», assicura Didier Lippi, segretario permanente del Consiglio nazionale inglese. “Mi chiedo perché, in base allo stato di diritto, permetteremmo a una multinazionale come Ryanair di violare le leggi. Non si tratta nemmeno di negoziare nuovi benefici”.
I sindacati avevano chiesto alla compagnia low-cost irlandese di conformarsi per iscritto, che ha rifiutato.
Secondo CNE, sono attesi gravi disagi e “la grande maggioranza dei piloti Ryanair belgi” sarà coinvolta nell’azione. Successivamente, si riservano il diritto di continuare le loro procedure fino alla fine del CCT Covid ancora in corso, cioè fino a ottobre 2024, avvertono le organizzazioni.
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