Dopo un processo molto pubblicizzato, una giuria di un tribunale statunitense ha ritenuto che sia Amber Heard che Johnny Depp avevano denigrato l’altro.
Di Maureen Picard
yoIl paradosso emerge, non ultimo, dal processo Deep Heard: come, in un Paese in cui la libertà di parola di cui al Primo Emendamento alla Costituzione sia così posta come un valore fondamentale per definire lo spirito di una nazione di fronte a tutti tirannia, può una semplice rubrica su un quotidiano portare a un tale entusiasmo legale e una denuncia vincente contro la diffamazione? Così Johnny Depp si è salvato la pelle e, insieme al suo avvocato Adam Walder, ha vinto la battaglia: ha dimostrato davanti a cinque uomini e due donne che compongono una giuria di un tribunale di Fairfax, che l'”editoriale” di Amber ha sentito nel 2018 al Washington Post ha rovinato la sua carriera cinematografica. Tuttavia, Heard pensava in quel momento di aver messo dalla sua ogni precauzione: aveva omesso di citare l’attore.
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