di Mourad Rouighi – All’inizio dell’anno, la Rete italiana ha lanciato un’ampia campagna di sensibilizzazione a sostegno della lotta sahrawi con la Commissione per i diritti umani, che supervisiona la situazione dei prigionieri politici sahrawi nelle carceri marocchine e nei territori occupati. Italia/RASD, Lega Prigionieri Politici Saharawi, Equipe Media e stretta collaborazione con avvocati italiani che seguono da vicino le condizioni dei detenuti.
L’obiettivo è quello di informare con precisione i rappresentanti delle aziende italiane sui temi legati alle violazioni dei diritti umani nei territori occupati e di sollecitare le aziende e le associazioni affiliate al popolo del Sahara ad aderire alla campagna. “Ora Liberi- Libre ora”.
Allo stesso modo, lavorando con il Gruppo di lavoro e Yukoko per sostenere i prigionieri politici e le loro famiglie, si tratterebbe di informare le campagne attuali e future a livello internazionale. , I loro “protettori” nell’arena internazionale.
Allo stesso tempo, la rete è responsabile della diffusione della storia dei prigionieri del Sahara attraverso i social media e la stampa e dell’organizzazione di seminari che condannino questa palese violazione del diritto internazionale e ne chiedono l’immediato rilascio.
Improvvisamente, le 62 persone che hanno firmato l’appello hanno dovuto affrontare restrizioni amministrative su individui, associazioni, gruppi di studenti e comunità che aderiscono alla campagna e hanno iniziato a raccogliere questi documenti. Funzionari marocchini affermano che diventerà un bene prezioso ed è già stato inviato al governo internazionale e alle ONG.
Diciamo che lo scopo di questa apertura volontaria è quello di aumentare la consapevolezza internazionale delle condizioni disumane in cui vivono i prigionieri sahrawi, la corrispondenza tra loro e le “guardie del corpo” esterne, la corrispondenza passata e la divulgazione di informazioni future sulle condizioni disumane in cui vivono .
Infine, la Rete italiana di solidarietà con il popolo del Sahara promette di rafforzare i rapporti diretti con coloro che hanno perso la propria indipendenza a causa dell’opposizione all’occupazione, piuttosto che della censura. Questo appello ha lo scopo di esporre in pieno giorno il volto disgustoso dell’ingiustizia inflitta a persone che chiedono solo di vivere liberamente nella loro terra.
Sig.
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