Dopo lo straordinario successo del titolo di Stato a un anno con tasso d'interesse lordo del 3,30%, lanciato lo scorso agosto, il lancio di diversi certificati in contanti da parte di Belvius riporterà sicuramente alla memoria gli anziani. Perché dopo anni di successi sono caduti in rovina. Se sono popolari da molto tempo, è anche perché fino alla loro messa al bando nel 2008, questi buoni di risparmio erano dei veri e propri titoli al portatore, che però andavano custoditi con cura, perché, come indica il loro nome… li ho tenuti! Da quel momento in poi dovrà essere depositato su un conto titoli.
A poco a poco i buoni contanti furono sostituiti dai conti vincolati. Un prodotto finanziario con meccanismi simili perché fornisce un rendimento garantito per un periodo determinato. Per il consumatore è la garanzia di un rendimento fisso, particolarmente interessante quando i prezzi scendono.
I voucher contanti prevedono inoltre il beneficio del capitale garantito, anche in caso di fallimento dell'istituto bancario, fino ad un massimo di 100.000 euro per cliente.
Tieni presente che, a differenza dei conti di risparmio o dei titoli di stato a un anno emessi dal governo, gli interessi generati sui certificati in contanti sono soggetti a una ritenuta alla fonte del 30%. In altre parole, se Belvius emettesse un certificato di risparmio al 3%, il suo rendimento netto scenderebbe al 2,1%.
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È un buon affare?
Dovrai aspettare l'annuncio dei prezzi mercoledì per poter utilizzare i calcolatori. Gli ultimi titoli di stato, lanciati lo scorso febbraio, offrivano un tasso di interesse totale del 3% (titoli di stato a 1 anno) e del 2,5% (titoli di stato a 3 anni). Tenendo conto della ritenuta alla fonte, le aliquote nette sono rispettivamente del 2,10% e 1,75%. Sul mercato dei conti di risparmio è possibile trovare un'offerta migliore, con tassi di interesse (compreso il bonus fedeltà) del 3,15% netto presso VDK e del 3% presso ING, Santander, NIBC e Argenta.
Se il tasso offerto su questi certificati di risparmio è superiore al rendimento dei conti di risparmio, questo potrebbe essere un buon affare. Finché i tassi d'interesse sui conti di risparmio non aumentano, in questo caso possono superare quelli dei certificati di risparmio.
Lo svantaggio di un buono in contanti è che, se necessario, è difficile rivenderlo sul mercato secondario. Soggetto al rischio di incertezza, ove applicabile, riguardo alle tariffe e al prezzo di rivendita.
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