Il 53enne presidente eletto, che entrerà in carica il 10 dicembre, nel suo discorso di vittoria ha promesso la “fine della decadenza” e la “ricostruzione dell’Argentina”, avvertendo che non ci saranno “mezze misure”.
“Questa è una notte storica per l’Argentina”, ha detto a diverse migliaia di sostenitori esultanti fuori dalla sede della campagna a Buenos Aires.
“Ci troviamo di fronte a problemi enormi: inflazione (143% in un anno, ndr), recessione, mancanza di posti di lavoro reali, insicurezza, povertà e miseria”, ha affermato il presidente eletto.
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“Non c’è spazio per l’apatia o per le mezze misure”, ha avvertito l’uomo che da due anni chiede, in particolare, tagli “seriali” alla spesa pubblica, in un’economia patologicamente gravata dal debito, in cui il 40% dei la popolazione vive sotto il peso del debito. La soglia di povertà.
Ha ribadito la sua determinazione a “mettere in ordine i conti di bilancio e risolvere i problemi della Banca Centrale”, istituzione che ha detto di voler “rafforzare”.
“La caste tiene miedo” (La casta ha paura!) “Viva la Libertad, carajo!” (Lunga vita alla libertà, dannazione!), due degli slogan preferiti di Milley hanno echeggiato tra la folla fuori dal quartier generale della sua campagna.
La portata della vittoria è stata sorprendente. I sondaggi d’opinione avevano dato a Miley un leggero vantaggio, ma molti analisti si aspettavano un risultato “fino al voto”, in elezioni tese ed esitanti senza precedenti negli 40 anni dal ritorno della democrazia, con due progetti molto ostili.
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