Quest’autunno Jean Marchetti, direttore della galleria e casa editrice, presenta una nuova serie del fotografo, interessante a prima vista perché il soggetto può sembrare banale, ma in realtà molto interessante per le domande che solleva in relazione al soggetto. I presupposti di base del mezzo sono la tecnica e il punto di vista.
Viste insolite
L’oggetto al centro di questa mostra, il bicchiere di vino, non è realmente il soggetto. Se tutte le immagini ci mostrano bicchieri con il gambo (riempiti o meno), ciò che dobbiamo vedere e capire è molto più complesso e fa parte del resto delle ricerche della serie. Il momento decisivo.
Come promemoria, tutte le immagini di questa raccolta sono state scattate da questo luogo esatto dove la sincronizzazione di forme e piani produce uno scatto straordinario. Ad esempio, la linea dell’orizzonte tra cielo e mare che separa due colori su un muro in primo piano. Ma questa volta si tratta meno di riprese di precisione e più di prospettive insolite per l’occhio umano. Devi sapere che tutte le riprese sono state effettuate con un cellulare e che a differenza delle macchine fotografiche che sono sempre vicine agli occhi (o alla pancia per gli anziani) questo permette di vedere scorci del tutto insoliti. A meno che non sia coinvolto l’uso di alcol, ma in questo caso tutto sembra sfocato, non ti piegherai mai per vedere il tuo bicchiere all’altezza del tavolo. Tenendo il telefono a debita distanza, adotti il punto di vista di un lillipuziano che ammira la curva degli occhiali a palloncino che lo dominano.
Prisma ottico
Dalla visuale che si affaccia sui suoi canoni bianchi e rossi, Radisic è passato a un’insolita angolazione dal basso che gli ha permesso di vedere in modo diverso, di scoprire riflessi e ombre inaspettate dall’alto e di immergerci (?) nei regni della fantascienza. A volte quello Il lato oscuro della luna Dei Pink Floyd, spesso 2001: Un viaggio nello spazio Scritto da Stanley Kubrick, che l’autore sembra apprezzare. Questo nuovo punto di vista offerto dai telefoni cellulari (con una qualità d’immagine sorprendente) ha rivelato al fotografo anche il potenziale visivo del bicchiere e del suo contenuto: “Il materiale con cui è realizzato un bicchiere da vino non è il materiale utilizzato per realizzare strumenti pregiati, infatti è molto più primitivo, per non dire rozzo. Tuttavia, vuoto o pieno che sia, può anche diventare un enorme sistema visivo, una sorta di macchina del cambiamento, ricca di preziose aberrazioni e distorsioni, una più sorprendente dell’altra.“
Specchi d’allodola ai Rencontres d’Arles
inaspettato
Non è la prima volta che un “autore” utilizza il suo telefono per completare un’opera, ma Pierre Radisic si distingue per aver scelto di utilizzarlo in modo diverso rispetto a una fotocamera tradizionale. In questo caso spingendo al limite la manovrabilità e le distorsioni per la lunghezza focale molto corta oltre a preservare i colori vividi così caratteristici del digitale. Usandola insomma come una lente aggiuntiva che disperde luce e colori e crea così, come sottolinea Jean Marchetti, nuovi dipinti (tra cui un bellissimo omaggio a Georges Morant) e incisioni inaspettate (come quella del manifesto). Soprattutto, ha avuto la buona idea di continuare la sua ricerca fino ad ottenere una serie importante la cui messa in discussione esistenziale della fotografia va oltre l’estetica tecnica solitamente riservata ai social network.
Amici, amici, Di Pierre Radisic, pressore Fotografia. O Salone d’Arte, 81, rue Hotel de Monet, 1060 Bruxelles www.lesalondart.be Quando Fino al 19 ottobre, dal martedì al venerdì dalle 14:00 alle 18:30, il sabato dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 14:00 alle 17:00.
Il libro universo, Testi e immagini Di Pierre Radissic, Edizioni La Pierre Dalon, 64 pagine, 15 euro