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Fotovoltaico: Brabante vallone, Namur e Lussemburgo i più colpiti dai tempi di inattività degli inverter

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Fotovoltaico: Brabante vallone, Namur e Lussemburgo i più colpiti dai tempi di inattività degli inverter

Sembra che il sole di questi giorni sia in sintonia con la grande produzione di energia elettrica per i proprietari dei pannelli fotovoltaici. In anticipo, il periodo ideale per l’autoconsumo o l’immissione di energia elettrica nella rete di distribuzione. Solo che a causa della proliferazione dei pannelli fotovoltaici negli ultimi anni, la produzione di energia elettrica verde non può più essere seguita dalla rete di distribuzione. La rete è satura e fuoriescono i trasformatori (che convertono la corrente continua dei pannelli in corrente alternata), per evitare pericolose sovratensioni per i nostri elettrodomestici.

Il risultato: i piccoli produttori di energia elettrica che possiedono pannelli fotovoltaici non possono più produrre corrente. Peccato quando c’è tanto sole e abbiamo investito migliaia di euro per produrre elettricità verde. IL Un problema che riguarda soprattutto le province del Brabante Vallone, Namur e Lussemburgo! Ciò si riflette nel numero di reclami e nell’elevato numero di stabilimenti in questi tre governatorati. “Questo può essere visto in queste tre provinceLo conferma il portavoce di Ores, Jean-Michel Breban.Ma è un problema che riguarda certi luoghi, in certi orari certo, sempre di più nei quartieri dove ci sono tante nuove strutture. Infatti, una volta aumentata l’immissione di corrente tra le 12 e le 14 e le 15, e non c’è un consumo simultaneo, si raggiunge rapidamente il livello massimo di tensione che la rete può accettare.

Possibili soluzioni

In attesa del rinforzo strutturale della rete e del montaggio Sii un agitatore (che sostiene i proprietari di pannelli fotovoltaici), sostiene 3 soluzioni a breve termine. “L’attuale produttore dovrebbe cercare di consumare la propria elettricità quando produce la corrente maggiore, per evitare di sovraccaricare la reteSpiega il presidente dell’associazione, Regis François.Seconda soluzione: assistenza del governo per incoraggiare i proprietari a installare accumulatori domestici, che permetterebbero un effetto tampone per evitare picchi di produzione. Infine, nelle zone più sensibili, serve una moratoria. In altre parole, occorre vietare l’installazione di nuovi pannelli fotovoltaici, cioè il momento in cui la rete può essere potenziata e la capacità di assorbire la produzione di energia elettrica necessaria per i nuovi fabbisogni.Ci vorranno anni e costeranno diversi miliardi di euro.

Ricordiamo che il ministro vallone dell’Energia, Philippe Henry, sta valutando un risarcimento economico per i proprietari feriti. Tuttavia, calcolare l’importo può essere un vero problema. Una questione cruciale in un momento in cui la rivoluzione energetica sta accelerando a un ritmo che nessuno avrebbe potuto immaginare 10 anni fa!

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