Il conservatore Fox News ha dichiarato di essere stato “sollevato” martedì per raggiungere un accordo, un accordo finanziario che eviti un processo imbarazzante.
ILL’americano Fox News Channel ha accettato di pagare 787,5 milioni di dollari a una società di macchine per il voto elettronico che ha accusato di diffamazione durante le elezioni presidenziali del 2020, ha annunciato martedì l’avvocato di quest’ultima.
“Le bugie hanno delle conseguenze”, ha detto l’avvocato del Dominion Justin Nelson in una conferenza stampa fuori dal tribunale di Wilmington, nel Delaware. Questo accordo negoziale salva il canale preferito dai conservatori da un’imbarazzante causa legale.
Il conservatore Fox News ha dichiarato di essere stato “sollevato” martedì per raggiungere un accordo, un accordo finanziario che eviti un processo imbarazzante.
“Siamo lieti di aver risolto la nostra controversia con il Dominion Voting System”, ha dichiarato il canale in una nota. Fox News ha anche affermato di “riconoscere una decisione del tribunale che ritiene false alcune affermazioni su Dominion”.
Dominion Voting Systems, le cui macchine hanno operato in 28 stati durante le elezioni presidenziali vinte da Joe Biden nel novembre 2020, ha accusato Fox News nella sua denuncia di presentarla come uno strumento al servizio dei democratici per truccare le schede elettorali, cosa che ha affermato senza prove. Membri della guardia del corpo di Donald Trump nel gruppo satellitare più seguito d’America.
L’accordo impedisce così che la perla dell’impero mediatico di Rupert Murdoch venga sottoposta al “processo per diffamazione del secolo”, come ha affermato il New York Times. E per Rupert Murdoch, 92 anni, la prospettiva di dover testimoniare sul banco dei testimoni.
Anche prima del procedimento, l’azione ha portato a un’imbarazzante discarica su Fox News, con e-mail o messaggi di testo pubblicati che mostravano che le star della serie, e persino Rupert Murdoch, difficilmente potevano credere, nel novembre 2020, allo scenario di elezioni truccate, come accuse diffuse nell’aria.
Il processo era molto atteso negli Stati Uniti, in quanto visto come una prova dei limiti della libertà di parola, garantita dal Primo Emendamento della Costituzione, oltre che una lotta alla disinformazione.
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