Isolamento in schiuma e alluminio e anni di lavoro. “L’Iglou”, un rifugio isotermico che protegge i senzatetto dalle intemperie, nasce nel 2017 dalla mente di Geoffroy de Reynal. Un dispositivo di emergenza, ma non una soluzione in sé. identifica il suo inventore fin dall’inizio.
Proprio sotto il portico del suo coinquilino sono nati i prototipi del suo “igloo”. Geoffroy è appena tornato da una missione negli Stati Uniti come ingegnere per le energie rinnovabili. La questione dell’instabilità era nella sua mente da quando ha lasciato il suo villaggio per raggiungere grandi città come Parigi o Bordeaux.
Grazie al sistema di isolamento, il dispositivo permette di aumentare la temperatura sfruttando il calore corporeo. Il primo feedback è positivo. Ma l’Igloo non è riuscito ad affermarsi in Francia, dopo un’impasse politica. Quindi un uomo d’affari francese espatriato nella Repubblica Ceca ha offerto a Geoffroy di sviluppare il suo concetto. Da allora, più di 1.200 “Iglous” sono stati esportati in tutto il mondo.
In Belgio, nel 2022 l’associazione ‘Human Smile’ distribuirà il primo ‘Iglous’ a Bruxelles, grazie a donazioni private. Un’esperienza pionieristica di cui Florian ha beneficiato. “L’igloo mi ha cambiato la vita. Mi sentivo al sicuro. Potevo anche metterci le mie cose durante il giorno per cercare lavoro”. Due mesi dopo, l’uomo ha trovato un alloggio con l’aiuto dell’associazione. “Si stima che l’igloo non sia un’abitazione. È una tappa che permette a queste persone di essere protette durante il periodo freddo e di iniziare il processo del loro reinserimento”. Dice Fadi Shiwa, uno dei leader. Nella sola Bruxelles, 5.000 persone saranno senzatetto. “Abbiamo sognato che non ci sarebbero stati più ‘igloo’, Fadi conclude, “Ma è la verità e dobbiamo adattarci ad essa”.
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