Lunedì è stata presentata una denuncia dopo che gli hacker hanno fatto trapelare i dati personali di 1.121 giudici, le cui accuse implicano violenze urbane dopo la morte di Nahil, ha riferito il ministero della Giustizia francese all’AFP.
Alla Procura di Parigi è stata sporta denuncia per “danni al sistema automatizzato di trattamento dei dati”, precisa la Cancelleria, confermando le informazioni del sito di Numerama. Il ministero ha affermato, senza approfondire, che si trattava di “dati vecchi” e che “l’hack non ha preso di mira i server del Dipartimento di Giustizia”.
Email professionali, numeri di telefono, indirizzi postali, persino un IBAN: il file Excel, di cui AFP è a conoscenza, contiene i dati anagrafici complessivi di 1.121 magistrati, come quello dell’attuale ministro per la parità tra donne e uomini, Isabelle Roma. E Agence France-Presse ha indicato che se alcune persone sono andate in pensione ora, il file contiene i nomi dei giudici che stanno ancora lavorando.
“Aiutate i manifestanti”
Il gruppo di hacker, chiamato KromSec, ha rivendicato la responsabilità del suo attacco domenica notte sul suo canale Telegram, sottintendendo la violenza urbana che ha scosso la Francia per quasi una settimana.
Hanno avvertito che “i seguenti eventi in Francia determineranno se pubblicheremo o meno i dati”. “Il governo francese deve sradicare il razzismo dalle forze di polizia, altrimenti il collettivo Anonymous (il gruppo hacker, ndr) verrà in aiuto dei manifestanti”, ha twittato domenica KromSec. Il gruppo di hacker ha deciso di rilasciare i dati nella tarda mattinata di lunedì mentre altri team di hacker cercavano di rivendicare la responsabilità dell’attacco informatico e di rivenderli.
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