Home Mondo Gli stati baltici lasceranno la rete elettrica dell’era sovietica nel 2025

Gli stati baltici lasceranno la rete elettrica dell’era sovietica nel 2025

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I tre paesi baltici, Estonia, Lettonia e Lituania, hanno deciso di disconnettere la rete elettrica ereditata dall’era sovietica a partire dal febbraio 2025. Questo annuncio, fatto dai rappresentanti degli operatori pubblici di ciascun paese, rappresenta un importante passo avanti nella loro ricerca di indipendenza energetica da Mosca. Da quando hanno aderito all’Unione Europea e alla NATO, questi paesi hanno cercato di ridurre la loro dipendenza energetica dalla Russia, un obiettivo diventato più urgente dopo l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca nel 2022.

Verso l’indipendenza energetica

“Tagliamo le ultime linee elettriche con la Russia”, ha detto Rukas Maciulis, direttore della società lituana Litgrid. I tre paesi sono pronti a sincronizzarsi in situazioni di emergenza, se necessario.

Sincronizzazione con la rete europea

Il processo di sincronizzazione con la rete elettrica continentale europea è iniziato nel 2018, con il sostegno finanziario dell’Unione Europea. Questa iniziativa consentirà ai paesi baltici di aderire alla rete europea attraverso la Polonia, garantendo maggiore stabilità e sicurezza energetica. Il 7 febbraio 2025 segnerà la fine della loro connessione alla rete russa e due giorni dopo saranno completamente integrati nella rete europea.

Conseguenze e prospettive

Tagliare la rete sovietica metterebbe fine alla storica dipendenza energetica. Da quando hanno ottenuto l’indipendenza dall’Unione Sovietica nel 1991, gli stati baltici hanno mantenuto i loro legami elettrici con la Russia, rendendo le loro reti vulnerabili alle pressioni geopolitiche di Mosca. Sebbene abbiano smesso di acquistare elettricità e gas russi dopo l’invasione dell’Ucraina, sono rimasti connessi per motivi tecnici e di sicurezza.
La prospettiva di una piena sincronizzazione con l’Europa rafforza la resilienza energetica degli Stati baltici, riducendo così la loro esposizione ai rischi geopolitici associati alla Russia.

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