Domenica ad Amsterdam si è svolta una marcia per il clima. Con 70.000 partecipanti è stata “la più grande conferenza mai organizzata nei Paesi Bassi”, secondo gli organizzatori (Extinction Rebellion, Fridays for Future, Oxfam e Greenpeace). Tra i manifestanti c’è Greta Thunberg.
Sul palco, l’attivista svedese ha dato la parola all’attivista palestinese Sahar Shirzad, vincitrice del Premio Colomba della Pace PAX 2023. Quest’ultima ha gridato: “Dal fiume al mare, la Palestina sarà libera”, che valeva la pena tagliare. A cura degli organizzatori della marcia. Questo slogan controverso viene spesso utilizzato nelle proteste filo-palestinesi.
Il termine “fiume-mare” si riferisce all’area che separa il fiume Giordano dal Mar Mediterraneo e che comprende Israele, Cisgiordania e Gaza. È una formula antisemita, secondo le organizzazioni ebraiche, perché mette in discussione l’esistenza di Israele. Questa espressione è stata resa popolare negli anni ’60 dai movimenti nazionali palestinesi come l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, e successivamente è stata adottata da Hamas.
Poi torna a parlare il giovane attivista per il clima, giustificando l’intervento dell’attivista filo-palestinese: “Come movimento per la giustizia climatica, dobbiamo ascoltare le voci degli oppressi e di coloro che lottano per la libertà e la giustizia.. A quel punto un uomo è salito sul palco e gli ha strappato il microfono dalle mani. “Sono venuto qui per protestare contro il clima, non per un punto di vista politico.Disse prima di essere rapidamente licenziato.
Dopo aver ripreso il microfono, Greta Thunberg ha scandito più volte: “Nessuna giustizia climatica in un territorio occupato”.
“Appassionato di social media. Amichevole fanatico dei viaggi. Esperto del web. Risolutore di problemi. Studioso di pancetta malvagia.”