Di fronte alla situazione sul campo, Shadi Saleh, un belga-palestinese di 41 anni, non ha avuto altra scelta che lasciare la Striscia di Gaza. Grazie al suo passaporto belga, ora è al sicuro a Lovanio dove può riunirsi alla moglie e ai figli. Ma per farlo ha dovuto lasciare la sua famiglia palestinese, per la quale è ancora preoccupato. Abbiamo potuto incontrarlo. Ecco la sua storia.
“In passato ho vissuto in Belgio, ma sono tornato in Palestina con il resto della mia famiglia, composta da mia madre, i miei fratelli, le mie sorelle e i loro figli.“, inizia Shadi Saleh.”Mia moglie e i miei figli vivevano ancora in Belgio, a Lovanio, e io aspettavo che mi raggiungessero in Palestina, dove ero responsabile del progetto a Gaza per Abilita (Agenzia per lo sviluppo del governo federale belga, ndr).”
Shadi Saleh e la sua famiglia, che vivono a Gaza, sono abituati al rumore delle bombe: “Non era la prima volta che i bombardamenti aumentavano. Ne ho visti alcuni già nel 2014. Nel 2021 sono stato in Belgio ma ce n’erano anche nel 2012, nel 2018… È una cosa ricorrente“. Ma recentemente la guerra ha subito una forte accelerazione: “I primi eventi hanno avuto luogo sabato 11 novembre. All’improvviso abbiamo sentito bombardamenti ovunque… Sono successe molte cose“, lui spiega.
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