Dei quattro milioni di automobilisti che vengono mostrati ogni anno in Belgio, alcuni non temono il ridicolo e abusano di scuse più stravaganti l’uno dell’altro per cercare di evitare una multa. “Tra queste scuse, spesso troviamo l’urgenza che richiede di guidare più velocemente per tornare a casa più velocemente”, commenta Bruno Gessels, probabilmente le scuse più comuni, ma sono scuse che non reggono in tribunale.
Qualche mese fa, una signora è sfrecciata in autostrada alla velocità di 189 km/h rivendicando una necessità così impellente per sfuggire a una multa. Ma il giudice ha finito per sanzionarla con una multa di 1.500 euro e la sospensione della patente per tre mesi.
Si parla spesso di domande sul limite di velocità. Quanto a questi automobilisti, si sono presentati in piena notte con un lidar installato nel Distretto 30 davanti a una scuola. senza successo per il dimostratore.
Due reati e giustificazioni identiche, ma due sentenze diverse: “I cittadini non sono uguali davanti alla legge”
“D’altra parte, l’accusa di non rispettare il termine di quattordici giorni tra l’infrazione e l’invio della denuncia è una garanzia di successo, riconosce Bruno Gessels. Non ho mai avuto un giudizio così sfavorevole finora”.
L’avvocato afferma sul suo sito web (www.amendes-routieres.be), la Corte di cassazione ha stabilito che, se entro quattordici giorni dal reato non fosse stata inviata copia della denuncia iniziale, il titolare della targa del veicolo non poteva più essere ritenuto colpevole del reato. In altre parole, spetta al pubblico ministero provare chi guidava quel giorno. Il che è quasi impossibile. La Procura della Repubblica, a meno che non sia incompetente, lo sa e tuttavia continua a respingere i ricorsi sulla base di queste argomentazioni. Tanto più che si ritiene che dalla redazione del verbale si estenda il famoso termine di quattordici giorni. Ma sarebbe molto facile per l’autorità orale decidere la scadenza. Questo argomento è sempre spazzato via dai giudici.
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