La colonizzazione del sistema solare non sarebbe possibile senza automatizzare i compiti di costruzione di basi permanenti in grado di ospitare molte persone utilizzando robot e intelligenza artificiale. Un uomo saggio. Ne abbiamo appena visto un esempio con il lavoro sulla massiccia produzione di ossigeno su Marte da parte di un chimico specializzato in intelligenza artificiale.
Arthur Clarke e Isaac Asimov lo avevano entrambi previsto il 21H Nel XX secolo l’esplorazione e la colonizzazione del sistema solare avverrà esclusivamente tramite robot e intelligenza artificiale. Clark, in particolare, prevede il WWW sin dagli anni ’60, dandoci un motivo in più per prendere sul serio le altre sue previsioni.
Tutti sognano, ovviamente, le colonie lunari e le colonie spaziali risultanti dal lavoro di Gerard Kitchen O’Neill. Ma ciò che senza dubbio ci fa sognare sono le colonie marziane. Tuttavia, come sappiamo, un viaggio su Marte e la creazione di una base permanente sul Pianeta Rosso è tutt’altro che semplice e sarebbe inizialmente molto costoso finché l’industria spaziale, proprio del tipo che O’Neill immaginava in termini generali non sarebbe in atto per lo sfruttamento automatizzato della Luna e degli asteroidi.
Tra le sfide affrontate dai primi coloni marziani c’era la necessità di ossigeno per respirare. Per fortuna ci sono zone su Marte che hanno acqua e possiamo considerare di elettrolizzarla con correnti elettriche prodotte da pannelli solari (per la cronaca, la prima elettrolisi dell’acqua fu eseguita nel 1800 dai chimici britannici William Nicholson e Anthony Carlyle, poche settimane dopo). dopo l’invenzione della prima batteria elettrica da parte dell’italiano Alessandro Volta). Sarebbe però necessario un buon ritorno, perché la radiazione su Marte non è così intensa come quella sulla superficie della Terra o della Luna.
Sul nostro pianeta blu, infatti, utilizziamo elettrodi con catalizzatori per ridurre la quantità di energia elettrica necessaria per produrre ossigeno. Ma portare i catalizzatori dalla Terra sarebbe costoso, quindi un team guidato dal professor Luo Yi, dal professor Jiang Jun e dal professor Shang Weiwei dell’Università di Scienza e Tecnologia della Cina (USTC) e dell’Accademia cinese delle scienze (CAS) si è chiesto se esistesse un modo per produrre catalizzatori efficaci dal suolo marziano.
E proprio così, come spiegano gli stessi ricercatori in un articolo pubblicato su Sintesi della naturaSpiegano di aver utilizzato tecniche di intelligenza artificiale per questo scopo.
Hanno cominciato ottenendo campioni di diversi meteoriti di diversa natura che sappiamo essere di origine marziana sulla Terra, e sono arrivati dopo un viaggio durato diversi milioni di anni nello spazio dopo essere stati espulsi dal Pianeta Rosso, durante una violenta collisione di un asteroide con Esso. Superficie.
La composizione chimica di questi campioni di suolo marziano è stata poi analizzata utilizzando una tecnica Spettroscopia di degradazione indotta da laser (LIBS), o nella spettrometria di emissione atomica al plasma indotto da laser in Francia.
Un video che spiega il lavoro dei ricercatori cinesi. Per una traduzione francese abbastanza accurata, clicca sul rettangolo bianco in basso a destra. La traduzione in inglese dovrebbe apparire successivamente. Cliccate poi sul dado a destra del rettangolo, poi su “Traduzioni” e infine su “Traduci automaticamente”. Seleziona “Francese”. © AI-Chemist Group presso l’Università della Scienza e della Tecnologia della Cina, Science
Un’intelligenza artificiale che svolge 2.000 anni di lavoro di un chimico umano in due mesi
L’intelligenza artificiale si alimenta della composizione di questi meteoriti e controlla vari processi primari per elaborarli per estrarre automaticamente gli idrossidi metallici che verranno testati sugli elettrodi.
La stessa intelligenza artificiale verrà creata successivamente Simulazioni di chimica quantistica e dinamica molecolare Per 30.000 possibili miscele di idrossidi. Queste simulazioni e i potenziali risultati riguardanti l’efficacia del catalizzatore prodotto da queste miscele vengono poi analizzati da una rete neurale in modo che possa prevedere in modo più efficiente le proprietà di una determinata miscela di idrossidi metallici prelevati dal suolo marziano.
Sono stati eseguiti test reali su queste miscele confermando che sono stati trovati buoni potenziali catalizzatori e che la reazione di elettrolisi per la produzione di ossigeno è stata condotta in modo efficiente in condizioni di temperatura media marziana di circa -37°C, almeno per uno di questi catalizzatori.
La cosa sorprendente sono le ricerche guidate dall’intelligenza artificiale. Ci sono voluti solo due mesi, mentre un chimico umano avrebbe potuto eseguire esperimenti simili per 2.000 anni per ottenere lo stesso risultato.
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