Giocatori stanchi, sfiniti, irrequieti e ansiosi, a volte fanno vomitare: il backstage dei nostri spogliatoi d’élite non ci dice niente di molto figo. Indaga sui volti nascosti sulle tracce del male silenzioso.
Par Martin Grimberghs
cÈ sempre stato presentato come un aneddoto. Questo risale a dicembre 2018, sei mesi dopo la semifinale dei Red Devils in Russia. Venendo dalla bocca di Vincent Kompany, il capitano non ufficiale della Golden Generation, ha sorriso per prima. Recklessness rileva un innocuo malfunzionamento della sveglia. Non proprio niente: quello che il difensore centrale dei Devils ha giocato la mattina dei quarti di finale della Coppa del Mondo contro il Brasile in Russia, nel 2018. La sera prima, “era completamente fuori dopo il volo”, ha detto Kompany. Pillole per aiutarlo a dormire. Questo alla fine sarebbe così riparatore da fargli perdere la teoria del giorno successivo. Seguiranno le scuse e una discussione con Thierry Henry per recuperare il ritardo. Una rara confessione davanti alla telecamera di una pratica spesso vista esclusivamente con un volto nascosto. Benvenuti in un altro microcosmo comunitario alimentato dai cereali.
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