Durante la visita di Xi Jinping in Francia, il 6 e 7 maggio, si è parlato molto della concorrenza sleale che i produttori cinesi potrebbero esercitare sui mercati europei.
Consideriamoci felici. Gli europei hanno i mezzi per difendersi nei segmenti di mercato presi di mira da Lynk, MG o Aiways. Possiamo anche vantarci di offrire una gamma abbastanza ampia di SUV per alimentare il desiderio dei consumatori e scatenare l’ira dei detrattori.
D’altronde, se la Cina volesse, potrebbe davvero umiliarci trasmettendo nel nostro continente automobili prestigiose e appariscenti. In questo ambito non abbiamo una risposta. Siamo impotenti, non esistiamo, non valiamo niente. Soprattutto i francesi.
Davanti ai palazzi, siano essi reali, presidenziali o ministeriali, non ci sono limousine o utilitarie… solo quelle comuni.
Il senso di grandezza, il gusto della spavalderia e la forza della lussuria ci hanno abbandonato il giorno in cui le lettere di Georges Pompidou furono depositate nel retro dei garage dell’Eliseo. Non impressioneremo i nostri contemporanei percorrendo gli Champs-Élysées a bordo di SUV come quelli che vediamo nei parcheggi dei supermercati.
Per percorrere la rotta Roissy-Eliseo, Xi Jinping ha scelto la molto conveniente Hongqi N501, una berlina che potrebbe essere paragonata a una Mercedes Classe S in tutta la sua semplicità. Per entrare la sera, invece, nel cortile dell’Eliseo, scegliete la Hongqi N701, la limousine dei grandi giorni. Con il suo passo allungato, la carrozzeria blindata e la griglia terrificante come la cascata Huangguoshu, intimidisce, impressiona e stupisce.
Solo il suo amico Putin con la sua Aurus Senat e Carlo III con la Bentley State Limousine di sua madre possono competere.
La meccanica raffinata è un piacere colpevole per i leader di Pechino. La prima automobile cinese al 100%, introdotta nel 1958, era in realtà una Hongqi. Mao Zedong, da vero democratico, era preoccupato che il suo popolo che viaggiava in moto fosse orgoglioso di appartenere al Regno di Mezzo.
Ha dovuto aspettare solo 34 anni perché l’economia di mercato socialista gli desse un barlume di speranza di raggiungere le quattro ruote.