“Ciao!” È con queste parole che Matteo Salvini, il tumultuoso leader de La Ligue e vicepremier del governo italiano, ha accolto sul suo account Twitter l’annuncio dell’uscita di Fabio Fazio dalla Rai. Una bella emancipazione che riassume perfettamente il mood: il governo è pronto a prendere saldamente in mano le redini della tv pubblica. Il conduttore stellare di Fabio Fazio Roy, con la A maiuscola. Il suo spettacolo, “Com’è il tempo”, Unico nel suo genere “L’ultimo spettacolo” Stile americano con ospiti illustri. Il sessantenne da vent’anni attira più di due milioni di telespettatori ogni domenica sera, con introiti pubblicitari settimanali che superano il milione di euro. Senza dimenticare i big della politica mondiale come Barack Obama, Papa Francesco, Maradona, star del cinema americano ed europeo, canzoni, seduti sulla poltrona del suo studio televisivo e ronzio. “Il mio lavoro continuerà altrove, in pace, non tutte le persone sono adatte a tutte le storie”, Ha scritto per annunciare la sua partenza, osservando che l’italiano ora vuole raccontare all’Italia una storia in cui lo slogan “Dio, famiglia e patria” è al centro dell’attenzione. L’ancora va su un canale privato di proprietà della Warner Bros. con il suo enorme pubblico e il suo tesoro pubblicitario. Ma Fabio Fazio non nascondeva che il suo cuore era in Roy da quarant’anni e che lì sarebbe rimasto, ma non teneva conto che la sua indipendenza editoriale e le sue argomentazioni progressiste non piacevano alla nuova autorità.
Televisione di Georgia Meloney
Fabio Fazio Pochi giorni fa si è inchinato anche il direttore esecutivo della Rai, Carlo Fourtes. “Non posso più accettare cambiamenti nelle linee editoriali e nella programmazione che considero contrari agli interessi di Roy per ottenere il consenso del consiglio di amministrazione su nuovi progetti”. Ha ragionato, parlando di pressioni politiche che si erano intensificate dall’inizio dell’anno. Liberato da questo uomo complesso nominato da Mario Draghi, il governo ha scelto due nomi a destra, il conservatore, nuovo amministratore delegato Roberto Sergio e Giampolo Rossi come direttore generale, luogotenente di Giorgia Meloni, sempre uomo. I Fratelli d’Italia hanno animato le celebrazioni e gli eventi pubblici della festa. Vanno sostituiti annunciatori, giornalisti, redattori di testate radiofoniche e televisive.
Un servizio pubblico da sempre politicizzato
In Italia il “cattivo sistema” Ben confezionato. Ad ogni cambio di potere politico, un gioco di sedie musicali viene imposto dal nuovo potere in tutte le amministrazioni. Di Roy la sinistra italiana ne ha indubbiamente abusato in passato. Ma una sorta di equilibrio è stato rispettato quando il leader della destra si chiamava Silvio Berlusconi, proprietario di Mediaset, il più grande gruppo televisivo privato italiano. Georgia Meloney al timone è una storia diversa. “Questa è una fase molto difficile, non sappiamo quale sarà lo stato di molti progetti e personalità di Roy”.Spiega Corrado Agias, intellettuale di alto livello che frequenta trasmissioni di qualità. «Alcuni nomi circolano, altri meno. L’occupazione di Roy da parte dei partiti politici è sempre stata massiccia. Prima era tutto nelle mani della Democrazia Cristiana, ma loro, al di là delle scelte morali, sapevano fare buona televisione. Quando abbiamo creato la secondo canale, dal 2004 Roy The Socialists ha voluto prendersela in mano fintanto che fosse governata dal Parlamento. Georgia Melony si comporta come le altre, con la differenza che mostra una certa tensione, e lo fa con meno prudenza.”
La televisione, regina dell’informazione
Secondo uno studio sulle abitudini degli italiani, il 51% di loro si informa ancora solo attraverso la televisione, secondo il rapporto Censis ripreso dal 2022. Il TG1, il primo telegiornale del canale pubblico, è stato il più visto con una media di dodici milioni di telespettatori. Per non parlare di molti “talk show”, I talk show su temi politici spesso confondono il panorama audiovisivo italiano con una qualità più che discutibile. Controllare Roy cambiando uomini e donne al potere e in aria è ovvio per Georgia Meloney. La questione che rimane aperta è cosa ne faranno la destra e l’estrema destra, e come cambiare la narrativa e la programmazione della tv pubblica italiana per trasformare culturalmente la società.
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