Saint-Nazaire, Valencia, Angoulême… Le chiusure dei negozi Zara sono aumentate in molte città francesi dall’inizio dell’anno. E potrebbe continuare altrove. Spiegazioni.
Il gruppo spagnolo Inditex, proprietario dei negozi Zara, Bershka, Pull & Bear e Stradivarius, ha deciso di chiudere diversi negozi nelle città francesi tra cui Saint-Nazaire, Valence e Angoulême. “Il gruppo è in corsa per realizzare profitti”, ha accusato Jean-Michel Sarget, direttore del centro commerciale Rubin Bleu di Saint-Nazaire, in un’intervista al quotidiano Ouest France il mese scorso.
Inditex, spesso criticata per la sua moda veloce ed economica, sta realizzando profitti impressionanti. Nel 2023 è cresciuta del 30% raggiungendo i 5,38 miliardi di euro, con un fatturato di 35,95 miliardi di euro. Tuttavia, di fronte alla concorrenza di marchi come Shein, Inditex ha chiuso molti negozi in tutto il mondo, passando da 7.412 nel 2020 a 5.700 nel 2024. Dicono che alcuni negozi sono troppo piccoli e vecchi per offrire servizi moderni come il self checkout e il click and Collect.
Jean-Michel Sarget non è d’accordo. Sostiene che i negozi di Saint-Nazaire sono redditizi, con un fatturato in aumento del 10% all’anno dal 2018. “Quando vedo commenti che parlano di affitti in aumento, è una sciocchezza, non ci pensano nemmeno.” Secondo lui, Inditex preferisce semplicemente concentrarsi sulle grandi città con negozi più grandi e moderni, che generano maggiori profitti. Si dovrebbe quindi continuare nei prossimi mesi e anni a chiudere i negozi in tutte le città che, per essere redditizi, non generano ancora il livello di liquidità atteso.
Nonostante queste chiusure, Inditex si rifiuta di abbandonare le città di medie dimensioni… o almeno non in modo sistematico. “Siamo presenti a Bourg, Pau, Le Mans, Lorient, Brest, Angers…”, ricorda il gruppo. Ma…ulteriori chiusure sono possibili l’anno prossimo. Attualmente Inditex conta 273 negozi in Francia, distribuiti in 80 città. Il gruppo insiste nel voler modernizzare i propri negozi e offrire una migliore esperienza al cliente. Zara ha anche cambiato la sua offerta aggiungendo articoli più costosi accanto ai suoi prodotti abituali, conquistando una quota del mercato di “fascia media” piuttosto che di quello di “fascia bassa”. Il marchio ora offre giacche e abiti in vera pelle che possono costare fino a 450 euro. Inizia anche a collaborare con partner prestigiosi, come Clarks e il fotografo Steven Meisel, per migliorare la sua immagine. Da qui il desiderio che tutti i negozi siano moderni e splendenti per illustrare questo movimento di lusso, anche se ciò significa chiudere quelli che non sono meritevoli di ristrutturazione? Forse.
La possibile chiusura dei negozi Zara in altre città di medie dimensioni solleva quindi interrogativi sulla strategia del marchio, ma anche sull’aspetto dei centri urbani francesi, dove il futuro del business e quindi il clima futuro sono incerti. Le città francesi di medie dimensioni dovranno adattarsi a questa nuova situazione, sperando di attrarre nuovi marchi in grado di colmare il vuoto lasciato dalla partenza del marchio che Jean-Michel Sarget definì “la diva del prêt-à-porter”.
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