Introdurre risposte più “regionali”: è quanto vorrebbe attuare per la salute Jean-Jacques Quiblet, nuovo direttore dell’agenzia sanitaria regionale. Per questo ha detto di voler “decentrare il più possibile il lavoro dell’Ars nelle province”, in vista della Conferenza regionale su sanità e autonomia (Crsa), venerdì 24 febbraio.
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Esempio 1: Nell’ambito del Consiglio nazionale per il ripristino, la Commissione sanitaria nazionale, “abbiamo organizzato, in Borgogna-Franca Contea, più di 21 incontri con 1.200 partecipanti e con il risultato di oltre 100 proposte”, ha affermato . .
Per ognuna delle otto sezioni saranno selezionate cinque azioni prioritarie, che varieranno da sezione a sezione. “Non dobbiamo chiudere la porta alle deleghe di missioni o compiti, se il medico rimane al centro della macchina”, apprezza il direttore dell’ARS, che sa benissimo che il tema è divisivo. Per lui, invece, formalizzare “corsi e deleghe di compiti, in zone dove non ci sono più medici”, è un’opzione.
Perché questa bellissima professione non è più attraente?
Ha inoltre annunciato l’avvio di un progetto con le autorità del governatorato e la giunta regionale per costruire un “piano di mobilitazione delle risorse sanitarie”. «Cinque anni fa, racconta, c’erano cinque domande per un posto all’ingresso dell’IFAS (Istituto per la formazione degli assistenti infermieristici). Oggi sono rimasti solo 1,5 candidati. Per un posto. Quindi abbiamo già un argomento a monte. Perché questo ottimo lavoro non è più attraente?
Nuovo direttore dell’agenzia sanitaria regionale della Borgogna-Franca Contea
Di fronte agli attori sanitari, sottolinea: “Abbiamo collettivamente una sorta di dovere. Ogni volta che possiamo, quando offriamo una risposta nuova, quando troviamo soluzioni, dobbiamo dirlo, perché questi sono elementi di attrazione. Buono per la condivisione, per far conoscere belle storie – Nella disabilità, nell’aiuto domiciliare, nella salute…”
Alexandra Kachevew
CRSA è riservato
Il riserbo degli iscritti al CRSA è evidente nel momento in cui l’ARS dovrebbe rivedere parzialmente il Progetto Sanitario Provinciale (PRS). La crisi vissuta dal settore sanitario e sociale “non è dovuta a una mancanza di analisi, né a una mancanza di formalizzazione della politica sanitaria”, afferma Loïc Grall, delegato regionale di Fehap (la federazione delle imprese private). “Questa politica sanitaria (in particolare nel PRS) è stata formalizzata ma mai attuata, per mancanza di volontà politica al più alto livello del Paese. La politica sanitaria si è accontentata di essere una politica amministrativa (…) e oggi c’è una perdita di opportunità per il pubblico più svantaggiato”. Perché, a causa della mancanza di armi, il servizio non viene fornito. Esempio: tra il 2018 e il 2022, il Dobbs County Council ha registrato 340.000 ore in meno di assistenza domiciliare, che è finanziata dall’APA, sebbene la domanda, lungi dal diminuire, sia “esplosa”.
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