Disturbi dell’umore, ansia o traumi (ad esempio abusi sessuali, abusi sui minori, negligenza dei genitori) possono essere causa di disfunzione erettile. “Le persone che si consultano con noi hanno già provato molte cose per perdere peso, ma spesso l’aspetto psicologico rimane inesplorato”, afferma Lydia Lanza, psicologa e psicoterapeuta FSP nell’Unità di Educazione Terapeutica del Paziente presso gli Ospedali Universitari di Ginevra (HUG).
Fin dal primo colloquio con il medico, il rapporto con il cibo viene messo in discussione. Per molti, viene utilizzato non solo per bisogni fisiologici, ma ha anche una funzione emotiva. “Una persona mangia, ad esempio, per combattere una sensazione di ansia, per alleviare la propria tristezza, per alleviare le tensioni interne, per sentirsi viva o, al contrario, per allontanare il proprio disagio a distanza e isolarsi dalle proprie emozioni”, spiega il psicologo. Il tempo e il posto che il cibo occupa nella testa è un segnale di avvertimento: “Alcune persone pensano costantemente a cosa mangeranno, a come ottenere il cibo desiderato o iniziano a nascondere il loro accesso compulsivo”, spiega lo specialista. Questo rapporto quasi di dipendenza con il cibo porta inevitabilmente ad un aumento di peso sulla bilancia, ma anche a molti sensi di colpa e sofferenza.
La gestione multidisciplinare implica il lavoro sul comportamento alimentare. “Questa è una scoperta autoguidata in cui gli psicologi aiutano i pazienti a esplorare la loro relazione con il cibo e a esprimere i loro sentimenti in parole”, osserva lo psichiatra. L’approccio, basato su terapie cognitive e comportamentali, sostiene l’automonitoraggio: mangiare consapevolmente, comunicare i propri sentimenti, identificare le emozioni che innescano il desiderio di mangiare e implementare diverse strategie. A seconda dei problemi che stai riscontrando, potrebbe essere offerta una psicoterapia individuale.
L’arteterapia offre anche uno spazio prezioso per accedere ai propri sentimenti, ha spiegato Cristina Anzulez, arteterapeuta presso l’Unità di Educazione Terapeutica del Paziente di HUG: “L’obesità è una malattia in cui il corpo esprime dolore. Attraverso la materia (disegno, terra), l’arteterapia dà forma a emozioni e sensazioni, ma anche per il suo mondo immaginario per capire diversamente la sua esperienza.
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