piattaforma. Il settore ospedaliero è in crisi da molto tempo, molto prima della crisi del Covid. Questa è stata una rivelazione del disagio del personale ospedaliero. La Ségur de la santé, negoziata e firmata dall’UNSA – servizi sanitari e sociali pubblici e privati e dalla Confederazione nazionale dei sindacati indipendenti (UNSA), è la prima risposta. La firma di tale accordo ha consentito immediati e significativi miglioramenti salariali. Toccare i 183 euro netti al mese, che superano i 2.196 euro all’anno con il miglioramento dei piani bonus, è un vero sforzo per l’azienda.
Sebbene tutti i dipendenti partecipino per essere al servizio degli utenti francesi in un periodo di epidemia sanitaria che continua nel tempo, non possiamo fare a meno di rammaricarci che fino ad oggi alcuni funzionari governativi del servizio pubblico ospedaliero non beneficino ancora dell’indicatore di stipendio aggiuntivo , e si rammarica del fatto che le misure di trasferimento delle retribuzioni non siano uniformemente efficaci nei settori sanitario, sociale, medico e sociale del settore privato.
condizioni di lavoro
Tuttavia, ovunque, le condizioni di lavoro e la carenza di manodopera sono gravemente imposte.
Gli aumenti salariali sono sicuramente una leva necessaria per l’attrattività delle professioni nel settore sanitario, e resta il fatto che non saranno sufficienti per rispondere, da soli, alla sfida della tutela del nostro sistema sanitario.
In effetti, le condizioni di vita sul posto di lavoro sono le aree a cui deve essere data priorità ora. Le condizioni di lavoro devono tornare ad essere dignitose negli ospedali, nelle istituzioni pubbliche e private, a vantaggio sia dei dipendenti che dei dipendenti.
Ad esempio e senza essere esaustivi, notiamo una mancanza di barelle, una mancanza di letti, vecchie attrezzature, oggetti spesso fatiscenti… Sono fatti che incidono sul lavoro quotidiano.
Anche se Ségur de la santé ha impegnato 9 miliardi di euro di investimenti in dieci anni, il ritardo fa temere che questa cifra distribuita nel tempo non possa rispondere all’emergenza sistemica e si riveli insufficiente.
Fatica e stanchezza
Inoltre, la nostra attività non è più allettante e la crisi sanitaria ha persino accelerato la fuga di molte competenze. Il mancato rispetto delle ferie e i continui cambiamenti organizzativi contribuiscono ad aumentare il burnout e la lentezza tra i dipendenti.
Diventa necessario attuare il Piano Generale Marshall per l’Occupazione e la Formazione. Dovrebbe essere una fonte di permanente nuovo interesse per le professioni sanitarie e la creazione di nuove ‘professioni’.
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