Ma le settimane passano e bisogna tenere conto di due elementi. In primo luogo, il mercato ha subito una certa turbolenza con i prezzi che sono nuovamente aumentati. Si è così passati dai 24.637 euro per MWh dei mercati del 1° giugno, ai 41.450 euro del 15 giugno, per scendere a 37.103 euro il 30 giugno. Il trend ribassista sembra quindi terminato e il mercato si sta assestando intorno ai 35-40 euro per MWh. “Abbiamo toccato un minimo e sembra che ci stiamo assestando intorno ai 30-40 euro per MWh. I prezzi sono quindi circa il doppio rispetto a prima della crisi – ci sono ancora 900 euro in più all’anno per il consumo medio delle famiglie – ma notiamo soprattutto che quando i prezzi scendono, la domanda industriale aumenta. Questo è ciò che ha fatto impennare i prezzi negli ultimi giorni, poiché l’Europa non ha ancora la capacità di assorbire una forte domanda”.Ce lo ha spiegato Damien Ernst qualche giorno fa.
Il secondo fattore da tenere presente è che questa stabilità – anche quando le tariffe sono molto più alte rispetto a prima della crisi – sta spingendo i fornitori a ridurre lo spread tra tariffe contrattuali fisse e variabili. Diventa quindi interessante tornare a un contratto fisso, tanto più che i prezzi sono destinati a cambiare “naturalmente” nel corso dell’inverno, quando la domanda è più forte, per un’offerta che rimane relativamente limitata visto il contesto geopolitico che “non” richiameremo .
Ma cosa dobbiamo aspettarci dal prossimo aggiornamento tariffario atteso nei prossimi giorni? Il prezzo medio del mese di maggio sui mercati all’ingrosso è stato di 29.590 euro per MWh. A giugno si va a una media di 32.107 euro, e addirittura a una media di 35.802 euro se si guardano gli ultimi 15 giorni del mese. Pertanto non dobbiamo aspettarci un calo dei prezzi dei contratti offerti. Se non ci siamo ancora dovuti affrettare verso contratti fissi, è tempo di pensarci e monitorare gli sviluppi del mercato e le offerte tariffarie.
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E per quanto riguarda i bonus energetici in tutto questo? Migliaia di belgi (4,8 milioni di famiglie hanno già ricevuto quello che avrebbero dovuto, ndr) aspettano ancora una taglia di petrolio o pellet, o uno dei due pacchetti base. Abbiamo valutato FPS Economy, responsabile dei file. A fine maggio risultavano 946.666 pratiche (di cui 894.352 pratiche evase) relative a controllo olio combustibile, ma anche 51.697 (di cui 18.247 finali) pratiche relative a controllo pellet, 249.324 (di cui solo 27, 525 finali, ecc.) pervenute per il Basic Energy Package n. 1. Per non parlare delle 47.000 domande già pervenute per il Basic Package n. 2 che non sono state ancora evase.
All’inizio di luglio siamo giunti al termine dei controlli sull’olio combustibile (948.636 completati su 952.984 richieste) e sul pellet (45.798 completati su 52.528 richieste). Per il pacchetto base n. 1, anche questo è in vantaggio, con 140.782 file completati su 261.085 richieste. Quindi possiamo avere successo prima della fine dell’estate. Per il piano di base n. 2, non è ancora iniziato, con un totale di ordini modificati: 119.313. Quindi c’è ancora del lavoro da fare, ma non possiamo nemmeno dire che siamo vacanti sul lato SPF.
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