Kaja Kallas, che è stata membro del Parlamento europeo dal 2014 al 2018 (tre anni dopo essere entrato nella politica estone come eurodeputato), conosce bene gli enigmi europei. Anche la politica è un affare di famiglia per i Kallas: suo padre, Siem, è stato commissario europeo ai trasporti tra il 2010 e il 2014 (e primo ministro dell’Estonia tra il 2002 e il 2003, dopo aver diretto diversi ministeri nel suo Paese).
Figlia e nipote di deportati nei campi di lavoro
Figlia e nipote di deportati dai campi di lavoro siberiani (aveva solo sei mesi quando sua madre fu caricata su un carro bestiame nel 1940, come migliaia di altri estoni), Kaja Kallas n non esita a difendere la causa dell’Ucraina in Quadro di il caso Ucraina. L’Unione si è mostrata talvolta timida, sulla questione degli aiuti militari o dell’adesione di Kiev, all’inizio dell’invasione russa, il 24 febbraio 2022. Una posizione che le ha permesso di raggiungere l’apice della sua popolarità nella primavera del 2022, commenta Bartosz Chmielewski , un analista dell’UE. Centro Studi Orientali, OSW, istituto di ricerca polacco: “Il pubblico ha apprezzato l’immagine del Primo Ministro che parla nei salotti europei, sostenendo gli sforzi degli ucraini, spesso a dispetto del mainstream europeo, e spostando il centro di gravità del dibattito per aiutare l’Ucraina”.
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La sua candidatura per l’Europa arriverà col tempo, mentre la sua popolarità in Estonia è scemata. La colpa è di una serie di riforme impopolari che comportano nuove tasse e di un recente scandalo che ha coinvolto il marito, figura molto nota nel Paese. Già nell’estate del 2023 i media pubblici ERR avevano rivelato che Arvo Hallik possedeva una partecipazione del 25% in un’azienda che continuava a commerciare indirettamente con la Russia. Informazioni che mal si adattano alle istanze della moglie sollevano A “Stato sponsor del terrorismo” Quando parli del vicino russo. “Per gran parte degli estoni era inaccettabile che lei potesse tollerare in privato ciò che criticava pubblicamente”. Solen Bartosz Chmielewski. Per Kaya Kallas, riconfermata capo dell’esecutivo nel marzo 2023 e per la quale otto mesi dopo il 71% degli intervistati riteneva che sarebbe stato meglio dimettersi, fuggire da Bruxelles potrebbe essere una salvavita.
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