Queste elezioni, iniziate alle 7 del mattino, si terranno fino al 27 settembre nelle regioni separatiste filo-russe di Donetsk e Lugansk (est) e nei territori occupati dalla Russia delle regioni di Kherson e Zaporizhia (sud), nella completa conquista dell’Ucraina da parte di Mosca.
Queste elezioni, annunciate all’inizio della settimana e organizzate frettolosamente, sono state duramente condannate dal governo ucraino e dai suoi sostenitori occidentali, che hanno accusato Mosca di essersi impossessata di intere aree di territorio, come la Crimea (meridionale) nel 2014.
Se l’esito di questi referendum è fuori dubbio, in ogni caso annunciano un’escalation del conflitto e Mosca arriva a minacciare attacchi nucleari per difendere quello che considera il suo “territorio”.
Il leader della regione separatista filo-russa di Donetsk, Denis Pushlin, ha dichiarato in un video pubblicato venerdì mattina su Telegram: “Condurre questo referendum è un passo storico… Torneremo a casa!”
Mentre i combattimenti sono ancora in corso, il collegio elettorale separatista di Donetsk ha indicato che per “motivi di sicurezza” i seggi saranno organizzati principalmente porta a porta per quattro giorni, e i seggi verranno aperti “solo l’ultimo giorno”, ovvero a settembre 27.
Saranno così aperti rispettivamente 450 e 461 seggi elettorali nella regione di Donetsk e Lugansk, a est. Zaporizhia ne avrà 394 e la regione di Kherson nel sud ne avrà 198.
Secondo le agenzie di stampa russe, sono stati aperti anche diversi seggi elettorali in Russia per consentire ai “rifugiati” fuggiti dai combattimenti di votare.
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