Per Vladimir Putin, che ha parlato con il cancelliere tedesco Olaf Schultz, colpire le infrastrutture dell’Ucraina è “inevitabile”.
IlIl presidente russo Vladimir Putin ha detto venerdì al cancelliere tedesco Olaf Scholz che i massicci attacchi della Russia contro le infrastrutture energetiche dell’Ucraina erano “necessari e inevitabili”, denunciando la posizione “distruttiva” dell’Occidente che sostiene Kiev.
“È stato notato che le forze armate russe hanno a lungo evitato attacchi missilistici ad alta precisione su determinati obiettivi in Ucraina, ma tali misure sono diventate necessarie e inevitabili di fronte agli attacchi provocatori da Kiev”, ha affermato il Cremlino in una nota. , che riassume le osservazioni di Vladimir Putin a Olaf Scholz durante la loro prima intervista da metà settembre.
Secondo Putin, Kiev è responsabile delle esplosioni che hanno parzialmente distrutto il ponte russo di Crimea e le strutture energetiche russe, e quindi Mosca ha tutto il diritto di bombardare le infrastrutture energetiche dell’Ucraina, rendendole fredde e oscure per milioni di civili.
Putin, che ha lanciato il suo attacco il 24 febbraio, si è nuovamente lamentato del sostegno finanziario e militare occidentale all’Ucraina, forniture che avevano consentito a Kiev di infliggere umilianti sconfitte alla Prussia.
Per il presidente russo, dunque, la posizione dell’Occidente è “distruttiva”, perché, forte del sostegno politico, finanziario e militare dell’Occidente, “Kyiv rifiuta l’idea di qualsiasi trattativa” e “incita i nazionalisti radicali ucraini a impegnarsi crimini sanguinari”.
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E così Vladimir Putin ha invitato Schultz a “rivedere il suo approccio nel contesto degli eventi ucraini”.
Alla fine di settembre, il presidente russo ha emesso un decreto per annettere quattro regioni dell’Ucraina, anche se non le controlla, oltre alla Crimea, che è stata annessa nel 2014.
Kyiv, da parte sua, rifiuta qualsiasi trattativa con Putin, senza rispettarne l’integrità territoriale, compresa la Crimea.
Militarmente, l’esercito russo ha subito diverse sconfitte, essendo stato costretto a ritirarsi dal nord del Paese ad aprile, poi da parte del nord-est a settembre e infine da parte del sud a novembre.
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