Secondo un rapporto pubblicato dal governo di Hamas, almeno 70 palestinesi sono stati uccisi negli attacchi aerei lanciati dall’esercito israeliano nella notte e lunedì mattina nella Striscia di Gaza.
L’ufficio stampa del movimento Hamas ha dichiarato: “Più di 60 martiri sono stati uccisi nei raid” tra domenica notte e lunedì.
Secondo lui, uno dei raid ha provocato la morte di 17 persone in una casa a Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza, mentre altre 25 persone sono state martirizzate nei raid nel settore centrale della Striscia di Gaza.
Il ministero della Sanità di Hamas ha inoltre confermato che “almeno dieci corpi sono stati recuperati sotto le macerie” dopo un raid che lunedì mattina ha distrutto una casa a Deir al-Balah (centro).
Secondo l’ultimo rapporto completo del governo di Hamas pubblicato domenica, prima di questi nuovi attacchi, più di 4.600 persone, la stragrande maggioranza dei quali civili, tra cui quasi 1.900 bambini, erano state uccise dall’inizio della guerra nei piccoli territori palestinesi.
Sabato l’esercito israeliano ha annunciato l’intensificazione dei suoi attacchi. Lunedì ha dichiarato di aver bombardato nella notte “più di 320 obiettivi militari”, che sono le infrastrutture del movimento Hamas, che controlla il potere nella Striscia di Gaza, e del suo alleato, il movimento della Jihad islamica.
L’esercito ha parlato di “tunnel in cui si trovano i terroristi di Hamas”, di “decine di centri di comando operativo, dove a volte si nascondevano uomini di Hamas e del suo alleato Jihad islamica” e di “campi e siti militari”. Israele è convinto che Hamas diriga le sue operazioni attraverso una massiccia rete sotterranea.
La campagna di bombardamenti israeliani del 7 ottobre è il preludio ad una possibile operazione di terra da parte dei soldati israeliani. L’esercito israeliano ha annunciato domenica che uno dei suoi soldati è stato ucciso durante l’incursione nella Striscia di Gaza.
Israele ha promesso di “sterminare” Hamas – classificata come organizzazione terroristica da Stati Uniti, Unione Europea e Israele – dopo l’attacco senza precedenti lanciato da questo movimento il 7 ottobre sul suo territorio, che ha portato all’uccisione violenta di 1.400 persone. La maggior parte di loro sono civili.